martedì 27 febbraio 2018

Magia, Archeo e Vulcao "digestio" alchimia

Paracelso non assegna solitamente alla parola magia il suo valore consueto, ma intende con essa la conoscenza - naturale o ispirata - delle cose divine ed umane.
Essa fa parte dell'astronomia e concilia le opposte tendenze mediante un raffronto dei singoli rapporti di forza e delle loro reciproche correlazioni.
Nella natura è nascosto un artefice, espressione simbolica delle virtù e delle forze naturali, corrispondente all'incirca al concetto moderno di uno spirito vitale.
L'archeo è dotato di magnetismo ed attrae le forze magnetiche.
Quanto più debole sarà l'uomo, tanto più sarà esposto agli influssi magnetici, cosmici, magici.
L'archeo risiede principalmente nello stomaco, quale dimora del principio vitale; impera sui processi di assimilazione (digestio Archei); presiede alle trasformazioni fisiche, quale alchimista del corpo.
Esso è concepito come una specie di demone, detto anche "spirito architetto" e corrisponde allo spirito vitale dei vitalisti.
L'archeo non è limitato al corpo ma può irraggiare a distanza; esso mette in armonia i vari fattori dell'organismo, operando per mezzo dei "Vulcani".
Ogni "digestione" è dovuta al "Vulcano".
Digestione è trasformazione naturale, vulcano la volontà trasformatrice, sia naturale, sia spirituale.
Quanto la "digestione" è rivolta dall'uomo ad uno scopo determinato, artificiale è alchimia "modus praeparandi rerum medicinalium"; "l'alchimia è un'arte, il Vulcano l'artista in essa".
L'alchimista comincia dove finisce la natura.
Nel suo significato specifico e tradizionale, l'alchimia, preparazione dell'oro, costituiva per Paracelso uno dei problemi più importanti, poiché egli la concepiva quale simbolo del processo trasformativo della natura e quale mezzo per penetrare nella segreta correlazione tra la vita e le forze nascoste nella materia.
"Ogni agente che trasforma una cosa in un'altra è un artefice alchimistico, un Vulcano, ossia un'energia trasformatrice; ci vuole l'opera del Vulcano ".
L' alchimia dovrà trovare e preparare per mezzo dell'Archeo (principio vitale) la medicina da somministrare all'ammalato, procedendo attraverso un profondo esame della misteriosa vita dei processi naturali; il medico giungerà a questo esame attraverso lo sviluppo delle proprie facoltà poiché "tutte le arti si trovano nell'uomo, pur quella dell'alchimia esterna che le prefigura"; "L'alchimia toglie ciò che è inutile e porta l'utile alla sua ultima materia ed essenza".
Tratto da "Il tesoro dei tesori. Scritti magici alchemici e ermetici" di Paracelso

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