venerdì 26 giugno 2015

Il Mysterium Coniunctionis



L'unione mentale degli opposti non rappresenta il punto culminate, bensì solamente la prima tappa del processo.
Il secondo stadio viene raggiunto quando l'unione mentale, ossia l'unità spirito e anima, viene collegata al corpo. Ci si può attendere però un compimento del mysterium coniunctionis solo quando l'unità di spirito, anima e corpo si è collegata con l'unus mundus delle origini.
Questo terzo stadio della Coniunctio divenne oggetto di raffigurazioni metaforica per esempio nell'Assunzione e Incoronazione di Maria, dove la madre di Dio rappresenta il Corpo.
Ciò può iniziare con un'"unione mentale", meramente intrapsichica, dell'intelletto o della ragione con Eros, che rappresenta il sentimento.
Una simile rappresentazione interiore è di non poca importanza, poichè rappresenta un notevole progresso sia nella conoscenza di sè stessi, che nella maturità personale, ma la sua realtà è puramente potenziale e si relizza soltanto tramite l'unione con il mondo fisico del corpo.
Gli alchimisti hanno perciò raffiguarto l'unio mentalis come Padre e Figlio, e la loro unione con la colomba (la spiratio comune ad entrambi), mentre hanno raffigurato il mondo del corpo mediante l'elemento femminile, ossia mediante la figura di Maria.
A modo lo hanno preparato per più di mille anni il dogma dell'Assunzione (Il dogma cattolico è stato proclamato da papa Pio XII il 1º novembre 1950, anno santo, attraverso la costituzione apostolica Munificentissimus Deus (incipit latino, traducibile: "Dio generosissimo"). Si tratta dell'ultimo dogma, finora, proclamato da un Papa, dopo i due proclamati da Pio IX nel secolo XIX. fonte Wikipedia)
Le ampie implicazioni dello sposalizio tra il principio spirituale paterno e quello "materiale", vale a dire la corporeità materna, non sono tuttavia rese immediatamente evidenti dal dogma e dalla sua definizione. 
Il dogma dell'Assunzione e il mysterium coniunctionis degli alchimisti esprimono il medesimo pensiero di fondo anche se mediante simbolismi diversi.
Così come la Chiesa insiste sull'assunzione del corpo fisico in cielo, così l'alchimia ha creduto alla possibilità o persino all'esistenza reale del suo Lapis o dell'oro filosofale.
In entrambi i casi la fede suppliva alla carenza di realtà empirica.
Sebbene gli alchimisti avevano una visione più materialistica del dogma, entrambi si fermavano al secondo stadio della Coniunctio, a quello cioè di unione mentale, di un'anticipazione spirituale.
Gli alchimisti più onesti non avevano difficoltà di ammettere di non aver ancora scoperto l'ultimo segreto.
L'unio mentalis, il trovare l'unità interiore, che noi oggi designamo come individuazione era concepito come un'armonizzazione psichica degli opposti in superatione  corporis, ossia una sorta di aequanimitas al di là di ogni affettività e istintialità legate al corpo.
Lo spirito (animus) nell'unio mentalis deve unirsi all'anima, uno spiraglio di vita eterna, dunque una specie di finestra sull'eternità, mentre l'anima rappresenta un organo dello spirito, così come il corpo è, a sua volta, lo strumento dell'anima.
Essa si pone tra il bene e il male e può scegliere liberamente, può compiere l'opzione tra i due.
Dà vita al corpo mediante una unio naturalis, così come da parte sua riceve vita dallo spirito, grazie a un'unione soprannaturale.
Per rendere possibili le successive riunificazioni, la mente deve essere distaccata dal corpo, il che equivale a una morte per libera decisione dato che si può unire solo ciò che è separato.
Quest'ultimo stato in cui l'affettività legata al corpo esercita un influsso disturbante sulla razionalità della mente.
Scopo di tale separazione è di sottrarre la mente e l'animo all'influenza delle emozioni e di stabilire così una posizione spirituale che è sovraordinata alla turbolenta sfera corporea.
A lungo andare non serve a niente mutilare la natura vivente imponendole il primato dello spirito, ed è per questo che l'uomo pio non può impedirsi di ricadere continuamente nel peccato, e l'uomo razionale deve senza posa irritarsi contro le sue irrazionalità.
Può sottrarsi a tale intollerabile conflitto soltanto chi maschera artificiosamente e in maniera inconscia l'altro lato di sè.
Secondo un'antica tradizione l'anima vivifica il corpo e viene a sua volta vivificata dallo spirito. Essa tende dunque verso il corpo e verso tutto ciò che è corporeo, sensibile, emozionale, dev'essere richiamata dal "consiglio dello spirito" dal suo abbandono nella materia e nel mondo.
L'anima occupa una posizione mediana tra il bene e il male, dà occasione di scoprire il lato oscuro della personalità, i desideri e le motivazioni più inferiori, le fantasie e i risentimenti infantili, tutti i tratti che ognuno di noi cela a sè stesso.



Il confronto con la propria Ombra per conoscere la propria anima: a tale conoscenza si approda grazie l'aiuto dello spirito, termine con il quale si intendono tutte quelle elevate facoltà mentali, poichè lo spirito è un "finestra sull'esternità" e in quanto anima rationalis è immortale, esso trasmette all'anima un certo influsso divino e la conoscenza di un ordine cosmico superiore.
Il secondo stadio della coniuctio, l'unificazione mentale con il corpo è particolarmente importante perchè è solo a partire da qui che si può ottenere una perfetta Coniunctio, l'unione con l'unus mundus.
Ricollegare con il corpo la posizione spirituale significa ovviamente che la conoscenza ottenuta deve divenire reale.
La conoscenza può rimanere sospesa nel senso di non venire applicata.
Questo stato della Coniunctio consiste invece nella realizzazione dell'uomo che è giunto a conoscere, sia pur in maniera approssimativa, la sua paradossale interezza.
La grande difficoltà di questo stadio deriva dal non sapere come possa realizzarsi in concreto l'immagine paradossale della totalità o interezza dell'uomo.
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C. G. Jung

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