mercoledì 10 aprile 2019

'Olamot i mondi secondo la tradizione ebraica


'Olam significa mondo, gli 'Olamot vengono indicati come universi o livelli d'esistenza superni.
Nella Kabbalah esistono i diversi gradi dell'esistenza, ovvero i cinque mondi principali.
Il quinto mondo, il più elevato, è chiamato Adam Qadmon.
Ogni mondo dopo lo Adam Qadmon ha gradazioni crescenti di complessità e densità, percezione e realtà, fino all'ultimo mondo, lo Asijah (quello che percepiamo come nostro ambiente primario), che è il più denso e dà origine a forme fisiche e materiali di incredibile complessità
Lo Asijah è il mondo fisico insieme ai suoi aspetti spirituali; 
Jetzirah è il mondo dei Mal'Akhim (angeli); 
Berij'Ah è il mondo del Trono della Gloria e delle Forze; 
infine Atzijlut è il mondo degli Influssi di Dio, che si manifestano sotto forma di Partzufim e Sefirot.
Nei quattro mondi spirituali un'idea generale o un impulso creativo corrispondono al primo stadio della Creazione, il livello dello Atzijlut; il secondo stadio, in cui un'idea assume forme specifiche, corrisponde al mondo di Berij'Ah; il terzo stadio, in cui si formula un progetto e si radunano gli strumenti necessari a mettere in pratica l'idea nella realtà manifesta, corrisponde al mondo dello Asijah.
In tutti gli 'Olamot è infusa la saggezza della più alta Sefirot Superna (Chòkhmah de' Atzijlut.
Nei testi Kabbalistici, molte discussioni incentrate sui mondi riguardano solo quattro di essi, perché il primo, quello dello Adam Qadmon, è così prossimo alla sorgente divina da risultare inintellegibile per noi.
Ogni 'Olam è più denso del precedente, fino a che non inizia a esistere il nostro mondo finito e materiale.
Tutti i cinque mondi hanno alla base lo 'Asijah, la cui densità è tale da nascondere alla percezione umana u mondi più elevati.
Perché noi esseri umani possiamo esistere nel mondo dello 'Asijah e percepirci come esseri distinti, l'infinita luce di Dio deve essere parzialmente nascosta: da qui la relazione tra i termini ebraici 'Olam e he'elem, che significa "occultamento".
L'infinita luce di Dio deve condensarsi e contrarsi.
Questo triplice processo di condensazione, contrazione e occultamento viene riassunto dalla parola ebraica Tzimtzum.
Tale processo si rese necessari per "sminuire" la luce infinita di Dio, facendo la decrescere fino a rendere possibili i "Mondi", ognuno dotato delle proprie uniche possibilità e di modi diversi in cui l'Energia divina si manifesta.
Tutti i mondi esistono nello stesso spazio che sperimentiamo come il "nostro mondo".
Ciò è possibile perché i mondi che vibrano a una frequenza maggiore esistono al di là della portata dei normali organi della percezione umana, adatta solo a cogliere i segnali dello 'Asijah, il mondo in cui dimoriamo principalmente.
Questo fenomeno è analogo alla nostra esperienza dei colori e della luce: esistono tutti all'interno dello spettro luminoso, eppure alcuni di essi, come gli infrarossi e i raggi X, rimangono al di fuori delle nostre percezioni sensoriali.
Esistono, ma non riusciamo a vederli senza usare uno strumento apposito.
Gli 'Olamot possono essere percepiti come mondi che esistono a vari livelli di vibrazione. Si pensi all'energia elettromagnetica: quando vibra a una velocità (frequenza), 30-15.000 Hz, per esempio, viene percepita come suono, alla frequenza di 0,76-0,39 μm viene percepita come luce.
L'energia è la stessa, ma noi la percepiamo attraverso organi sensoriali diversi a seconda della frequenza della sua vibrazione.
Possiamo dunque comprendere come gli 'Olamot possano essere percepiti nello stesso tempo (simultaneamente) e nello stesso spazio (ubiquamente), mentre le nostre percezioni sensoriali ci permettono di percepirne solo uno, quello dalla vibrazione più "densa": il mondo fisico di 'Asijah.
Il nostro mondo vibra così lentamente che le sue manifestazioni sono di densa materia fisica.
Gli altri 'Olamot hanno vibrazioni molto più rapide, che vanno oltre la capacità delle nostre percezioni sensoriali e quelle degli strumenti di misurazione da noi inventati finora.
Gli 'Olamot (Mondi) circondano e pervadono la nostra esistenza, pur rimanendo al di là delle nostre capacità di percepirli singolarmente.
Riassumendo:
Il sistema di mondi si estende uno dopo l'altro dal più elevato e rarefatto al più denso: i mondi facilitano la discesa progressiva e la contrazione della Luce divina fino a che la sua destinazione ultima, il nostro mondo, non inizia a esistere.
Il risultato di questo processo incessante è una serie graduale di mondi caratterizzati da livelli discendenti di percezione tra le creature e livelli ascendenti di limitazioni e occultamento della luce infinita di Dio.
L'intero sistema di livelli di realtà interconnessi tra loro a volte viene chiamato Seder Ha-Hishtalshelut. La radice del termine ebraico Hishtalshelut è shalshelet, che significa "catena", a indicare l'interconnessione esistente tra tutti i mondi.
Tratto da "Kabbalah. Tutti i segreti del misticismo ebraico" di Gabriella Samuel

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