mercoledì 13 febbraio 2019

Le tre facce della Luna


La natura femminile della Luna a causa dei suoi mutamenti ha dato vita ad alcune divinità legate al Pantheon greco-romano nel quale compaiono con i nomi e aspetti diversi, ognuno riconducibili alle varie fasi e alle multiformi trasformazioni operate dalla Luna.
Tra queste troviamo Cibele, Artemide, Ecate, Lucina,Trivia e Diana.
Ma quella che in qualche maniera è entrata a far parte dell'immaginario collettivo è Selene dea lunare madre di Pandia, la "tutta lucente", probabile personificazione del chiarore visibile nelle notte di plenilunio.
Selene era sorella di Elio (il Sole) e racchiudeva in sé differenti facce.
La Luna piena, la Luna nuova, e la Luna crescente; metafora che includeva rispettivamente la vita, la morte e la rinascita.
Fin dalla notte dei tempi, queste tre figure lunari hanno rappresentato il ciclo della vita, della fecondità, della femminilità, del divenire e dell'immortalità.
Nella sua scintillante pienezza apportatrice di vita il primo volto della luna era quello di Selene, nome che proviene da sélas, che significa splendore.
Selene nacque da Theia e Iperione divinità legate alla luminosità del cielo che con la loro unione generarono anche Elio, dio del Sole, ed Eos, dea dell'aurora.
Il secondo nome di Selene era Méne, di derivazione Frigia, la cui radice etimologica mé, significava misura computo.
Non è una coincidenza quindi che il termine latino mensis (mese) derivi dalla stessa radice...in origine il mese non era altro che l'unità di misura che rappresentava l'intervallo tra una luna nuova e l'altra.
Il secondo aspetto della dea corrispondente alla Luna nuova che in quella fase si trova in congiunzione con il Sole era configurato da Ecate, l'unica divinità cui era concesso di condividere con Zeus il privilegio di poter estendere il suo dominio sul Cielo, Terra e Mare.
Ecate, considerata come l'immagine della Luna nera, simbolo di morte e di rinascita lo stesso tempo, veniva spesso posta in relazione con il regno del soprannaturale degli spiriti e degli incantesimi.
Per tale ragione le erano sacri i crocevia, luoghi magici che la tradizione popolare riteneva teatro di pratiche stregonesche e sortilegi.
Ecate aveva diversi punti di contatto con la dea Proserpina, regina degli Inferi, per questo già nell'antichità si avanzava l'ipotesi che Ecate, Artemide e Proserpina formassero una triade se non addirittura le 3 persone di una medesima divinità.
Per tale ragione Ecate veniva appellata anche "Artemide triforme" giàcche le si attribuivano tre teste o tre corpi; di leone, di cavallo e di cane.
La natura triforme le conferiva il potere di indovinare il passato, il presente e il futuro.
Veniva anche chiamata Cagna o Lupa. Nonostante le apparenze Ecate era benigna e assisteva chi era simpatico.
La terza e ultima manifestazione legata a Selene, era la falce di Luna che riappare dopo il novilunio, simbolo di rinascita interiore di resurrezione.
Selene assume così il nome di Artemide sorella del dio solare Apollo.
La mitologia vuole che Artemide nata per prima aiutasse la madre Latona a partorire suo fratello.
Per questo le donne incinte e le partorienti la invocano al fine di ricevere protezione chiamandola Kourotròphos, nutrice, colei che custodiva i bambini e i cuccioli degli animali.
Tratto da "Luna Influssi Poteri Leggende" di Stefano Mayorca

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