mercoledì 6 febbraio 2019

Lilith e personaggi analoghi nei miti


Esempi di personaggi simili sono presenti in numerosi miti, che nella loro essenza non sono altro che le proiezioni inconsce di contenuti psichici umani e di archetipi universali e primordiali.
Si tratta di divinità che non fanno coppia con alcuna divinità maschile e conducono un'esistenza libera e indipendente.
Artemide, dea greca della vegetazione e della fecondità, era una vergine casta, cacciatrice e guerriera raffigurata a livello iconografico con molte mammelle, ma più spesso con arco e frecce.
Il fatto che fosse una dea dei boschi, a livello simbolico, ci suggerisce che viveva in una condizione psichica fuori dalla norma.
Infatti Artemide (Diana per i romani) appare come ritratto di una donna ribelle (non dimentichiamo che si tratta di una divinità lunare),ombrosa, vendicatrice e crudele che rifiuta la sua femminilità e di conseguenza il maschio e l'amore.
Questa dea della vegetazione arriverà perfino al punto di uccidere il giovane cacciatore Atteone e il gigante Orione, solo perché avevano osato posare il loro sguardo su di lei.
Proprio ispirandosi al nome romano di questa divinità a Freud (1856-1939) padre della psicoanalisi, denominò il "complesso di Diana" la tendenza inconscia che spinge alcune donne a comportarsi in modo virile e ostile verso il sesso opposto.
Per queste sue caratteristiche negative Diana, talvolta, viene identificata con la dea Ecate la strega infera che crea gli incantesimi e provoca l'apparizione di spettri notturni e di mostri terrificanti.
Altre divinità femminili legate alla nascita e alla morte, alla Terra, alla natura, alla guerra, alla fecondità e all'amore sono a Anatha e la dea frigia Cibele.
A proposito di quest'ultima è interessante notare che il culto di Cibele introdotto a Roma intorno al 204 a.C. racchiudeva inquietanti usi rituali.
Sul Palatino, dove era stato edificato un tempio in suo onore, i sacerdoti a lei consacrati nel corso dei diti dei festeggiamenti offerti a Cibele e nel momento di maggior esaltazione si infliggevano profonde ferite e in alcuni casi si auto eviravano.
Ciò conferma il carattere dominante e castrante della dea.
Anche Atena (la Minerva dei romani) dea greca, vergine, fiera e sdegnosa rivestiva analogo significato ed era raffigurata armata di lancia, scudo ed elmo.
Atena inoltre era una guerriera difficile da battere, tanto che ferisce in combattimento perfino Marte il dio della guerra.
Alla stregua delle altre delle altre divinità della notte, Atena assume carattere notturno come testimonia la civetta, animale simbolico a lei attribuito.
Con il tempo la dea subirà una trasformazione perdendo le sue caratteristiche di crudeltà e oscurità e divenendo divinità della vegetazione e della fecondità, nonché dea della sapienza.
La nuova personalità della dea viene creata attraverso la sua seconda esistenza che si origina dalla testa di Giove mediante partenogenesi.
Ma nonostante questa rinascita, nella dea restano alcuni elementi dissonanti; per esempio il fatto che ella sia nata solamente dal padre Giove senza la presenza e il concorso di una madre.
Tutto ciò in termini simbolici esprime una mancata accettazione della propria femminilità.
Tratto da (Luna Influssi Poteri Leggende) di Stefano Mayorca

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