martedì 5 giugno 2018

Mula-Prakriti la Natura Primordiale

Tutte le cose manifestate sono prodotte da Prakriti, di cui sono determinazioni o modificazioni, però senza la presenza di Purusha, queste produzioni sarebbero sprovviste di ogni realtà.
Mula-Prakriti è la "Natura primordiale" (in arabo El-Fitrah), radice di ogni manifestazione (mula significa infatti radice); essa è anche qualificata come Pradhana, vale a dire "ciò che è posto prima di ogni cosa", contenendo in potenza tutte le determinazioni; secondo i Purana è identificato a Maya, concepita "madre delle forme".
È indifferenziata (avayakta), "indistinguibile", non avendo parti, né essendo dotata di qualità, solo potendo essere indotta per i suoi effetti, poiché non la si potrebbe percepire in sé stessa, produttiva senza essere essa stessa produzione.
"Essendo radice, è senza radice, poiché non sarebbe radice, se essa stessa ne avesse" [Sankhya-sutra, 1° Adhyaya, sutra 67].
Scoto Erigena ne "De Divisione Naturae" scrive: "La divisione della Natura mi sembra dover essere stabilita in quattro differenti specie, di cui la prima è ciò che crea e non è creato; la seconda, ciò che è creato e crea a sua volta; la terza, ciò che è creato e non crea; la quarta infine, ciò che non è creato e nemmeno crea" (Libro 1).
"Ma la prima specie e la quarta (rispettivamente assimilabili a Prakriti e da Purusha) coincidono (si confondono o piuttosto si uniscono) nella Natura Divina, poiché questa può essere detta creatrice ed increata, come essa è un sé, ma ugualmente né creatrice né creata, poiché, essendo infinita, non si può niente produrre che le sia esteriore e nemmeno vi è possibilità alcuna che essa non sia in sé per sé" (Libro III).
Si noterà tuttavia la soluzione dell'idea di "creazione" a quella di "produzione"; d'altra parte, l'espressione "Natura Divina" non è perfettamente adeguata, poiché ciò che designa è propriamente l'Essere Universale: in realtà, è Prakriti che è la Natura primordiale, e Purusha, essenzialmente immutabile, è al di fuori della Natura, il cui nome stesso esprime un'idea di "divenire".
Prakriti contiene in sé una triplicità che, attualizzandosi per l'influenza "ordinatrice" di Purusha, produce le sue multiple determinazioni.
Possiede tre guna o qualità costitutive, che sono in perfetto equilibrio nella sua indifferenziazione primordiale; ogni manifestazione o modificazione della sostanza rappresenta una rottura di questo equilibrio, e gli esseri, nei loro differenti stati di manifestazione, partecipano dei tre guna per gradi diversi e secondo proporzioni indefinitivamente variate.
Questi guna non sono stati ma condizioni dell'Esistenza universale alle quali sono sottomessi tutti gli esseri manifestati.
I tre guna sono:
sattwa, la conformità all'essenza pura dell' Essere (Sat), che è identificata alla Luce intelligibile o alla Conoscenza ed è rappresentata come una tendenza ascendente;
rajas l'impulso espansivo, secondo il quale l'essere si sviluppa in un certo stato a un livello determinanto dell'esistenza;
tamas, l'oscurità, assimilata all'ignoranza e rappresentata come una tendenza discendente.
Tratto da "L'uomo e il suo divenire secondo il Vedanta" di R. Guénon

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