Le 5 funzioni o azioni vitali sono chiamate vayu e si riferiscono allo stato sottile, non a quello
corporeo; esse sono modalità del "soffio vitale" (prana o più generalmente ana) [La radice an si ritrova, con lo stesso senso, nel greco άνεμος "soffio" o "vento" e nel latino anima il cui senso proprio e primitivo è esattamente quello di "soffio vitale"], rilevato principalmente in rapporto alla respirazione.
Queste funzioni sono:
1° l'aspirazione, (prana) vale a dire la respirazione ascendente nella sua fase iniziale che attira gli elementi non ancora individualizzati dell'ambiente cosmico, per farli partecipare, per assimilazione, alla coscienza individuale;
2° l'ispirazione discendente in una fase successiva (apana), per la quale questi elementi penetrano nell'individualità;
3° una fase intermediaria fra le due precedenti (vyana), che, da una parte consiste nell'insieme delle azioni e reazioni reciproche, prodotte dal contatto fra l'individuo e gli elementi ambienti e, d'altra parte, nei diversi movimenti vitali la cui corrispondenza nell'organismo corporeo è la circolazione sanguigna;
4° la espirazione (udana), che proietta il soffio e lo trasforma, di là dai limiti dell'individualità ristretta, nel campo delle possibilità dell'individualità estesa, considerata nella sua integralità (la parola espirare significa contemporaneamente ricacciare il soffio e morire e questi due sensi sono entrambi in rapporto con l'udana);
5° la digestione o l'assimilazione sostanziale intima (samana), per la quale gli elementi assorbiti divengono parte integrante dell'individualità.
Non si tratta d'una semplice operazione d'uno o più organi corporei; ciò infatti non dev'essere considerato solamente per le funzioni fisiologiche analogicamente corrispondenti, ma anche l'assimilazione vitale nel suo più vasto senso.
Tratto da "L'uomo e il suo divenire secondo il Vedanta" di R. Guénon
Queste funzioni sono:
1° l'aspirazione, (prana) vale a dire la respirazione ascendente nella sua fase iniziale che attira gli elementi non ancora individualizzati dell'ambiente cosmico, per farli partecipare, per assimilazione, alla coscienza individuale;
2° l'ispirazione discendente in una fase successiva (apana), per la quale questi elementi penetrano nell'individualità;
3° una fase intermediaria fra le due precedenti (vyana), che, da una parte consiste nell'insieme delle azioni e reazioni reciproche, prodotte dal contatto fra l'individuo e gli elementi ambienti e, d'altra parte, nei diversi movimenti vitali la cui corrispondenza nell'organismo corporeo è la circolazione sanguigna;
4° la espirazione (udana), che proietta il soffio e lo trasforma, di là dai limiti dell'individualità ristretta, nel campo delle possibilità dell'individualità estesa, considerata nella sua integralità (la parola espirare significa contemporaneamente ricacciare il soffio e morire e questi due sensi sono entrambi in rapporto con l'udana);
5° la digestione o l'assimilazione sostanziale intima (samana), per la quale gli elementi assorbiti divengono parte integrante dell'individualità.
Non si tratta d'una semplice operazione d'uno o più organi corporei; ciò infatti non dev'essere considerato solamente per le funzioni fisiologiche analogicamente corrispondenti, ma anche l'assimilazione vitale nel suo più vasto senso.
Tratto da "L'uomo e il suo divenire secondo il Vedanta" di R. Guénon
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