martedì 5 settembre 2017

Le Sette stelle dell'Orsa


Quelli che in India e altrove sono chiamati i "Sette Sapienti", sono le Sette Stelle dell'Orsa (Ursae maioris), punto di riferimento obbligato in tutti gli allineamenti cosmologici sulla sfera stellata.
I Sette Sapienti sono le stelle del Gran Carro, i Saptarsi, i "sette Rsi" della tradizione indiana.
Il coluro solstiziale, detto "linea dei sette Rsi" (la linea dei Sette Sapienti), nel corso di vari millenni toccò queste stelle ad una ad una (a cominciare da η intorno al 4000 a.C.).
L'atto di determinare questo coluro viene 'intenzionalmente' detto "sospendere il cielo": i Babilonesi chiamavano il Gran Carro "legame del cielo", "legame-madre del cielo"; i Greci invece lo denominavano όμφαλόεσσα.
La denominazione "Orsa Maggiore" -femminile da cui deriva il termine "Artide"- è più diffusa rispetto a quella di "Gran Carro".
Tolomeo enumerava 27 stelle-orse.
Inoltre l'orsa corre nella direzione opposta a quella del carro: il timone del carro corrisponde alla coda dell'orsa.
Storicamente è più antica la concezione di un urside circumpolare, mentre il carro risale all'ambito mesopotamico.
Queste stelle dominatrici dell'estremo Nord sono legate in modo singolare ma sistematico con quelle che vengono considerate le potenze operative del cosmo, cioè i pianeti, nel corso del loro moto in diverse disposizioni e configurazioni lungo lo zodiaco.
Gli antichi pitagorici, nel loro linguaggio cifrato, chiamavano le due Orse "mani di Rea", la Signora del Cielo ruotante, e i pianeti "cani di Persefone", la Regina degli Inferi.
Lontano verso Sud, la misteriosa nave Argo con la sua stella Pilota reggeva gli abissi del passato, mentre la Galassia era il "ponte" che conduceva fuori dal Tempo.
Queste nozioni sembrano essere state dottrina comune nell'età precedente la storia e in tutta la fascia delle civiltà superiori intorno al nostro globo.
L'intensità e la ricchezza, nonché la coincidenza di particolari in questo stratificarsi di riflessioni hanno portato alla conclusione che tutto bene origine nel Vicino Oriente.
Tratto da "Il mulino di Amleto" di G. de Santillana e H. von Dechend

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