venerdì 1 giugno 2018

Gli involucri del Sé


Atma secondo il Vedanta si riveste con una serie di "involucri" (kosha) o "veicoli" successivi, che rappresentano altrettante fasi della sua manifestazione.
Non si può affermare che Atma sia in realtà contenuto in questi involucri perché, per la sua propria natura, non è suscettibile di alcuna limitazione, né può essere condizionato da qualche stato di manifestazione.
I diversi involucri sono direttamente riferiti al "Sé" secondo lo si consideri in rapporto a tale o talaltro stato della manifestazione.
Il primo involucro (anandamaya-kosha) è l'insieme di tutte le possibilità di manifestazione che Atma comporta in sé, nella sua "permanente attualità", allo stato principiale e indifferenziato.
Si dice "fatto di Beatitudine" (Ananda), poiché il "Sé", in questo stato primordiale, gode della pienezza del suo proprio essere e non è affatto veramente distinto dal "Sé"; esso è superiore all'esistenza condizionata.
Il secondo involucro (vijnanamaya-kosha) è formato dalla Luce (nel senso intelligibile), direttamente riflessa, della Conoscenza integrale ed universale [jnana è identica al greco Γνωσις per la radice che è anche quella del vocabolo "conoscenza" (da co-gnoscere), e che esprime un'idea di "produzione" o di "generazione"]; esso è altresì composto della 5 "essenze elementari" (tanmatra), "concepibili", ma non "percettibili", nel loro stato sottile; e consiste nella congiunzione dell'intelletto superiore (Buddhi) alle facoltà principiali di percezione che procedono rispettivamente dai 5 tanmatra ed il cui sviluppo esteriore costituirà i 5 sensi nell'individualità corporea.
Il terzo involucro (manomaya-kosha), nel quale il senso interno (manas) è unito con il precedente involucro, implica specialmente la coscienza mentale o facoltà pensante che è l'ordine esclusivamente individuale e formale ed il cui sviluppo procede dall'irradiazione in modo riflesso dell'intelletto superiore in uno stato individuale determinato, li stato umano.
Il quarto involucro (pranamaya-kosha) comprende le facoltà che procedono dal "soffio vitale" (prana), cioè i cinque vayu nonché le facoltà d'azione e di sensazione.
L'insieme dei tre involucri, vijnanamaya, manomaya e pranamaya, costituisce la forma sottile (sukshma-sharira o linga-sharira), in opposizione a quella grossolana e corporea (sthula-sharira).
La forma corporea o grossolana (sthula-sharira) è il quinto ed ultimo involucro, quello che corrisponde, per lo stato umano, al mondo di manifestazione più esteriore; è l'involucro alimentare (annamaya-kosha), composto dei 5 elementi sensibili (bhuta).
Esso si assimila gli elementi composti che ha ricevuto dal cibo (anna derivante da ad, mangiare), secernendo le parti più fini ed escretando o rigettando le più grossolane.
Come risultato di questa assimilazione, le sostanze terree diventano la carne, quelle acquee il sangue, quelle ignee il grasso, il midollo ed il sistema nervoso (materia fosforica).
Tratto da "L'uomo e il suo divenire secondo il Vedanta" di R. Guénon

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