martedì 12 giugno 2018

I diversi gradi della manifestazione di Atma



I diversi gradi della manifestazione di Atma, considerato come la personalità costituente l'individualità umana, la quale non avrebbe esistenza separata dal suo principio, che è per l'appunto la personalità.
Per manifestazione d'Atma, intendiamo la manifestazione riferita ad Atma come al suo principio essenziale; ma non bisognerebbe perciò credere che Atma si manifesti in qualche modo, poiché mai entra nella manifestazione, che non può condizionarlo.
Atma è "Ciò per cui tutto è manifestato, senza che sia da nulla manifestato" (Kena Upanishad, 1° Khanda, shruti 5 a 9)
Atma e Purusha sono uno stesso e unico principio, la manifestazione è prodotta da Prakriti, non da Purusha.
Il Vedanta considera Atma fuori dalla modificazione e del "divenire", come il vero principio a cui tutto dev'essere infine riferito... a questo riguardo v'è il punto di vista della "sostanza" e quello dell'"essenza", quello della Natura e del "divenire", la metafisica non si limita all'"essenza", concepita correlativa della "sostanza", e nemmeno all'Essere, nel quale questi due termini sono unificati; essa li supera entrambi, poiché s'estende anche a Paramatma o Purushottama, il Supremo Brahma, perciò il suo punto di vista è veramente illimitato.
Quando parliamo dei differenti gradi della manifestazione individuale questi corrispondono a quelli della manifestazione universale, per analogia costitutiva del "macrocosmo" e del "microcosmo".
Tutti gli esseri manifestati sono ugualmente sottomessi alle condizioni generali che definiscono gli stati d'esistenza nei quali essi sono posti; se considerando un essere qualunque, è impossibile isolarne realmente uno stato dall'insieme degli altri stati fra i quali, ad un determinato livello, gerarchicamente si colloca, similmente non si può, ad un altro punto di vista, isolare questo stato da ciò che appartiene allo stesso grado di dell'Esistenza universale; così tutto è collegato in più modi, sia nella stessa manifestazione, sia in quanto questa, formando un insieme unico nella sua molteplicità indefinita, si riattacca al suo principio, vale a dire all'Essere, e quindi al Principio Supremo.
La molteplicità esiste secondo il suo modo proprio... l'esistenza stessa di questa molteplicità ha per base l'unità, da cui essa è prodotta e nella quale è principialmente contenuta.
Nella stessa molteplicità dei suoi gradi e dei suoi modi, l'"Esistenza è unica"..
Una differenza importante fra "unicità" e "unità" è  che la prima comporta la molteplicità come tale, la seconda ne è il principio (non la "radice", nel senso in cui questa parola è riferita solamente a Prakriti, ma in quanto contiene in sé tutte le possibilità di manifestazione, tanto "essenzialmente" quanto "sostanzialmente".
Dunque l'Essere è propriamente uno, ed è l'Unità stessa in senso metafisico d'altronde, non in senso matematico.
Fra l'Unità metafisica e l'unità matematica vi è analogia, non identità; parimenti, quando si parla della molteplicità della manifestazione universale, non si tratta nemmeno di una molteplicità quantitativa, poiché la quantità è solamente una condizione speciale di certi stati manifestati.
L'unità è la prima di tutte le determinazioni ma è già una determinazione e come tale non potrebbe essere riferita propriamente al Principio Supremo.
Tratto da "L'uomo e il suo divenire secondo il Vedanta" di R. Guénon

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