giovedì 3 maggio 2018

Ananke-Necessità il Tempo e le immagini

La dea Anankē ha occupato nell'immaginazione dei creatori di cosmologia un posto centrale.
Per Parmenide (frr. 8 e 10) Anankē governava l'Essere; lo stesso vale per gli atomisti, sia pure in maniera diversa.
Nel pensiero cosiddetto pitagorico e orfico Anankē era accoppiata con un grande serpente, Chronos, formando una sorta di spira che stringeva tutt'attorno l'universo.
Tempo e Necessità impongono un limite a tutte le nostre possibilità di espansione all'esterno..insieme formano una sizigia, una coppia archetipica, il cui nesso è intrinseco, sicché dove è l'uno è anche l'altra.
Quando siamo incalzati dalla necessità, noi esperiamo questa coercizione in termini temporali; ne sono un esempio i disturbi cronici, il ripetuto ripresentarsi dei medesimi complessi che ci rinserrano e impediscono...essere liberi dal tempo è essere liberi dalla necessità.
Avere tempo libero costella una fantasia di libertà dalla necessità...
Lo stato di essere afferrati o costretti dalla necessità viene espresso in modo concreto come un essere nelle mani di una potenza estranea.
Il pensiero orfico ha di fatto identificato direttamente Anankē con Persefone, la Regina del Mondo infero.
Il suo nome è stato tradotto come "portatrice di distruzione", sicché il processo di patologizzazione può essere inteso come un modo di muovere la psiche verso il Mondo infero.
La necessità s'impadronisce di noi attraverso le immagini.
Ogni immagine possiede una sua intrinseca necessità, per cui la forma che l'immagine assume "non può essere altra che quella", sia che dipingiamo, moduliamo un verso o facciamo un sogno....
Appunto perché è inseparabile dall'immagine diciamo che la forza dell'immagine è senza immagini. Cioè, la necessità non ha un'immagine perché è all'opera in ogni e qualsiasi immagine....
L'immaginazione non ci libera, ma anzi ci cattura e ci soggioga ai suoi limiti; noi siamo gli operai dei suoi Re e Regine.
Siamo legati con vincoli di sangue a ciò che Jung chiama le nostre "immagini istintuali"....
Le immagini sono primordiali, archetipiche, realtà ultime in se stesse, l'unica realtà immediata di cui la psiche ha esperienza.
Come tali, le immagini sono le presenze della necessità che hanno preso forma....
È alle immagini delle nostre fantasie che dobbiamo volgerci, dentro le quali sta celata la necessità.
Implica inoltre che bisogna stare attenti a non essere troppo "attivi" con le nostre immagini, manipolandole come facciamo per riscattare i nostri problemi.
Perché in tal caso l'immaginazione attiva diventerebbe il tentativo di eludere la necessità dell'immagine e i suoi diritti sopra l'anima.
Benché Necessità sia detta essere senza immagini, tuttavia a questa grande Dea, che è anche al tempo stesso un principio metafisico, attiene un gruppo di metafore particolari, che ci dicono come essa opera.
...essa rimanda ai limiti che vincolano e circoscrivono, vincoli e legami, l'anello, la corda, il cappio, il collare, il nodo, il fuso, la ghirlanda, le briglie e il giogo sono tutti modi per dire il dominio di anankē.
E così pure il chiodo.
Il chiodo conficcato in un personaggio (come Prometeo, come Cristo)... sta ad indicare l'ineludibile imperativo della necessità...
Vale la pena fermarsi un attimo sulla ghirlanda: per esempio la corona di alloro del laureato... è un riconoscimento che implica anche, però, un obbligo vincolante, la necessità di essere quello per cui si è stati incoronati...
Il riconoscimento vincola l'anima a uno specifico destino...
Tratto da "La vana fuga dagli dei" di J. Hillman

1 commento:

Google+