giovedì 14 novembre 2019

La bella addormentata in chiave cabalistica


C'è una similitudine che unisce le due parole porta-dalet דלח e conoscenza-da'at דעח.
Una lettera, quella mediana, le differenzia.
Nella parola "conoscenza", questa lettera, 'ayin ע, simbolizza la "sorgente" cui l' uomo deve attingere, così come l'"occhio" nuovo che deve acquisire avanzando sul cammino degli sponsali.
Nella parola "porta", questa lettera, lamed ל, simbolizza la "guida" sul cammino.
Il "conoscente" passa la "porta" tra le due lettere dalet ד e taw ח, la cui unione costituisce la parola דח che significa la legge.
Se passa la porta senza tener conto della legge, senza essersi reso conforme ad essa, è annientato dal complesso energetico nuovo cui la porta dà accesso; è fulminato dal fuoco della realtà che incontra e che le sue strutture non possono allo sopportare.
L'uomo non può dunque passare la porta se non nella conoscenza che, ancora una volta, non è intellettuale ma esperienza vissuta.
Lasciare il primo piano dell'esistenza per entrare nell'essere, passare la porta stretta che le tradizioni chiamano "porta degli uomini", vuol dire lasciare l'ignoranza intellettuale per vivere.
Chi può passare questa porta?
Ce lo dice la storia ben nota de La bella addormentata nel bosco:
Da 100 anni una principessa dorme all'interno di un castello nascosto nel centro di una foresta che si infoltisce di giorno in giorno ogni anno di più, fino a divenire invalicabile, al punto da soffocare questa vita nel sonno.
Con la principessa dormono il cane, i domestici, il castello intero, il giardino... al termine dei cent'anni, il figlio del re vicino viene a sapere dell'esistenza della bella addormentata.
Il suo cuore si infiamma per lei.
Decide di andare a svegliarla.
Si possono immaginare le avventure del giovane principe che sfoltisce la foresta per penetrarvi e arrivare fino al centro. Dopo un lungo tempo, con 1000 ferite, il principe ardente d'amore giunge a deporre sulle labbra della principessa un bacio che la sveglia.
Con lei si svegliano il cane, i domestici, la casa, il giardino. Tutto questo piccolo universo apre gli occhi.
Cosa è successo? La Bella che dorme e tif'eret-bellezza, il sole dell'essere, cui non sarebbe possibile brillare se prima l'uomo non ne ha portato a termine l'ascesa.
Non può raggiungerlo se prima non si è spogliato della foresta psichica, cosciente e inconscia, che l'invade, e lo soffoca a poco a poco.
Non può intraprendere questa avventura se non dopo aver preso coscienza della presenza di questa principessa, il suo essere essenziale, spirituale, riflesso e promessa del divino, germe nascosto, addormentato.
Il principe seducente che viene a sapere  della presenza della Bella non è altro che la coscienza informata, capace di orientare sul cammino di questa avventura l'uomo risvegliato al solo desiderio giusto.
E l'uomo non può vivere l'avventura se non sotto l'impulso dell'amore, in una dimensione dell'amore in cui, purtroppo, questa parola oggi incredibilmente usurata, non può più e rendere l'accezione.
Solo l'amore vero permette al principe di attraversare le prove della foresta.
Dato il bacio, si ha il risveglio dell'essere.
Teniamo presente che contemporaneamente si risveglia Il cosmo intero.
I familiari, il cane, il giardino, sono i regni che attendono tutti il risveglio dell'umanità per brillare del loro "vero colore".
Lo possono testimoniare coloro che hanno fatto l'esperienza: il quotidiano, il gesto quotidiano, vissuto fino ad allora nella banalità della ripetizione, prende a questo livello un rilievo sempre nuovo:  "Ecco, io faccio nuove tutte le cose" (Apocalisse 21, 5)
Tratto da "Il simbolismo del corpo umano" di Annick de Souzenelle

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