martedì 3 aprile 2018

L'antidoto del delirio; l'umorismo


Perceval;
"Ritengo pertanto che la pazzia sia anche uno stato di confusione dell'intelletto, per cui la mente sbaglia nell'interpretare i comandi di uno spirito di umorismo, o di ironia, o di farsa; ritengo altresì che siano molte le menti che si trovano in questo stato; e forse questo è lo stato di tutte le menti umane.... voglio dire che nelle operazioni dell'intelletto, accade sovente che la Divinità... manifesti il suo volere così celiando, se mi è concessa l'espressione... e che nel fraintendere o pervenire questa forma di discorso consiste forse il peccato originale; o comunque tale fraintendimento.... è la conseguenza prima del peccato originale ...da cui risultarono invalide ogni futura deliberazione e concezione e azione.
Di qui, suppongo, deriva il fatto che coloro che professano la religione sono così di sovente degli ipocriti..."
L'uomo dopo la caduta è uomo sincero e insieme uomo malato di mente; infatti, avendo perduto lo spirito di umorismo, che è lo stato di grazia, egli scambia la levità dello spirito di Dio per gravità della verità.
Dalla levità alla gravità: è questa la Caduta...
Il Verbo è ellittico, parabolico, scherza, gioca con le nostre menti definitorie.
L'Onnipotente pensa secondo spirito di umorismo: un Dio Briccone; Dio, un fanciullo che gioca (Eraclito, fr. 52 DK); Dio che si gioca Giacobbe con Satana. Dio contaminato da Mercurio, come direbbe Jung.
....imparando a non ripudiare i deliri, perché... la cura è consistita nell'andare fedelmente a fondo del delirio (delusion) stesso...deludico, giocoso, imparando a eludere il delirio, a giocare bricconate al Briccone, usando l'immaginazione per curare l'immaginazione....
Che l'inganno e la duplicità sono coerenti con una coscienza sana... a una metafora di Mercurio con i due serpenti del caduceo, intesi come le componenti maschile e femminile di una coscienza umana bifronte.
La più debole o più femminile porta umorismo, gaiezza e allegria, indispensabili per la duttilità della mente...le figure parlano in sogno.
Ma la cura non consiste nell'annientarle.
Parceval dice;
"La mia rovina fu causata da un abituale errore della mente, comune a molti credenti... quello di temere il dubbio..."
Fu tentato in considerazione delle sue lunghe sofferenze, di recitare una sorta di imitatio Christi, "ma resistetti risolutamente...con tutti i difetti, ma anche con tutta l'onestà di un uomo naturale"
Bosein diceva di agire "in obbedienza a un comando divino".
Schreber scrive che era giunto il suo "momento sacro": "grazie alla mia malattia entrai in particolari rapporti con Dio.... io vivevo nella consapevolezza...di dovere assolvere uno dei compiti più difficili che mai siano stati imposti a un uomo e di condurre una santa battaglia per i beni supremi dell'umanità"
Il suo compito era niente meno che quello di dare un nuovo ordine al cosmo...rendere Dio cosciente dei Suoi difetti".
Il fine di tutto questo era essenzialmente di ordine teologico.
Tratto da "La vana fuga dagli dei" di J. Hillman

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