Immagine tratta dal Libro Rosso di Jung
Secondo K. Jaspers la paranoia è un disturbo del significato... e la visione del significato è stata il principale impegno di Jung:il suo fu davvero "il mito del significato"....
Nel sistema junghiano l'archetipo del significato è il Sè.
Ne consegue, dunque, che la paranoia, in quanto disturbo del significato, è un disturbo del Sé e che la fenomenologia della paranoia rende manifeste le patologizzazioni del Sé.
In tutti i casi (di paranoia) sono evidenti fenomeni riferibili al Sé: pensiero fisso su Dio, quaternità, ermafroditismo, grandiosità cosmica, trascendenza ecc..
Il Sé, che nella scala di Jung è l'archetipo più importante, diventa il contenitore del nostro più importante disturbo mentale....
Esperienze del Sé non soltanto per ricevere rivelazioni ma anche per delucidare la nostra paranoia.
...si può cader preda del significato ed essere resi deliranti dal Sé...
Ciò che Jung vuole significare con significato ha un significato più ampio di quanto esso significhi di solito.
Il significato junghiano trascende le spiegazioni del significato.
Si identifica con la realtà dello spirito.
È qualcosa di più che semantico, contestuale, o perfino ermeneutico; è cosmologico, talchè la lotta dell'anima col significato, è in ultima analisi, una lotta con Dio, con lo spirito, con il cosmo.
...La ricerca di significato da parte dell'anima, ovvero per parafrasare William James, il suo armonico adattamento al divino, comporta che si lavori sulla propria paranoia..
Come dice Jung;
La psiche non offre alcun punto di osservazione oggettivo, esterno.
Siamo sempre prigionieri della nostra personale visione delle cose...
Dobbiamo 'vedere un trasparenza', vedere i significati che si celano oltre lo schermo delle apparenze e ascoltare con un terzo orecchio. Dobbiamo percepire nell'altro ciò di cui l'altro nega l'esistenza e affidarci a una teoria dell'"inconscio" per giustificare questo comportamento....
La psicologia cammina sempre al limite tra significato e paranoia: gli psicologi sono, a loro volta, dei casi "borderline", dei casi limite. Jung stesso con ironia... commenta questo fatto: "...Il significato è qualcosa di mentale o spirituale. Una finzione se vogliamo".
Ecco affiorare il sorriso malizioso di Mercurio....il significato come finzione, o la funzione come significato.
Le idee paranoidi che rendono manifesto il Sé, il Sé che manifesta idee paranoidi.
Dove finisce il delirio e dove comincia la rivelazione?
Ermes cammina sui confini.
Ed Ermes, ha detto Jung in una conferenza...è il Dio della rivelazione.
...Dobbiamo aspettarci nella rivelazione...a cogliere: lo scherzo, l'angolatura sorprendente, l'accenno.
E poiché Ermes è il dio della rivelazione, alle rivelazioni va prestato ascolto sono con orecchio ermetico, mercuriale, intendendo i loro significati come finzioni, trasponendo la parola dello spirito in immagine poetica...
Schreber, per trovare la duplicità mercuriale, ricette trasporre il proprio genere, diventare un travestito, mentre Perceval e Jung poterono immaginare Mercurio come analogie, come immagini.
Tratto da "La vana fuga dagli dei" di J. Hillman
Nel sistema junghiano l'archetipo del significato è il Sè.
Ne consegue, dunque, che la paranoia, in quanto disturbo del significato, è un disturbo del Sé e che la fenomenologia della paranoia rende manifeste le patologizzazioni del Sé.
In tutti i casi (di paranoia) sono evidenti fenomeni riferibili al Sé: pensiero fisso su Dio, quaternità, ermafroditismo, grandiosità cosmica, trascendenza ecc..
Il Sé, che nella scala di Jung è l'archetipo più importante, diventa il contenitore del nostro più importante disturbo mentale....
Esperienze del Sé non soltanto per ricevere rivelazioni ma anche per delucidare la nostra paranoia.
...si può cader preda del significato ed essere resi deliranti dal Sé...
Ciò che Jung vuole significare con significato ha un significato più ampio di quanto esso significhi di solito.
Il significato junghiano trascende le spiegazioni del significato.
Si identifica con la realtà dello spirito.
È qualcosa di più che semantico, contestuale, o perfino ermeneutico; è cosmologico, talchè la lotta dell'anima col significato, è in ultima analisi, una lotta con Dio, con lo spirito, con il cosmo.
...La ricerca di significato da parte dell'anima, ovvero per parafrasare William James, il suo armonico adattamento al divino, comporta che si lavori sulla propria paranoia..
Come dice Jung;
La psiche non offre alcun punto di osservazione oggettivo, esterno.
Siamo sempre prigionieri della nostra personale visione delle cose...
Dobbiamo 'vedere un trasparenza', vedere i significati che si celano oltre lo schermo delle apparenze e ascoltare con un terzo orecchio. Dobbiamo percepire nell'altro ciò di cui l'altro nega l'esistenza e affidarci a una teoria dell'"inconscio" per giustificare questo comportamento....
La psicologia cammina sempre al limite tra significato e paranoia: gli psicologi sono, a loro volta, dei casi "borderline", dei casi limite. Jung stesso con ironia... commenta questo fatto: "...Il significato è qualcosa di mentale o spirituale. Una finzione se vogliamo".
Ecco affiorare il sorriso malizioso di Mercurio....il significato come finzione, o la funzione come significato.
Le idee paranoidi che rendono manifesto il Sé, il Sé che manifesta idee paranoidi.
Dove finisce il delirio e dove comincia la rivelazione?
Ermes cammina sui confini.
Ed Ermes, ha detto Jung in una conferenza...è il Dio della rivelazione.
...Dobbiamo aspettarci nella rivelazione...a cogliere: lo scherzo, l'angolatura sorprendente, l'accenno.
E poiché Ermes è il dio della rivelazione, alle rivelazioni va prestato ascolto sono con orecchio ermetico, mercuriale, intendendo i loro significati come finzioni, trasponendo la parola dello spirito in immagine poetica...
Schreber, per trovare la duplicità mercuriale, ricette trasporre il proprio genere, diventare un travestito, mentre Perceval e Jung poterono immaginare Mercurio come analogie, come immagini.
Tratto da "La vana fuga dagli dei" di J. Hillman
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