La Stella Polare va fuori posto e ogni poche migliaia di anni è necessario sceglierne un'altra stella, quella che più si approssima a tale posizione.
"....la precessione ha sulla posizione del Polo un effetto rimarchevole, costringendolo a descrivere un ampio cerchio avente per centro il polo dell'eclittica.
Oggi, naturalmente, il Polo è estremamente vicino all'Orsa Minore, la stella polare dell'astronomia contemporanea... ma tra circa 11.000 anni si troverà all'altra estremità della sua 'orbita', ad una declinazione approssimativamente di 45°Ν, nella costellazione della Lira non lontano da Vega.
Nel -3000 doveva invece trovarsi più o meno a 64° di declinazione Nord e 14° di ascensione retta. È per tanto del massimo interesse il rinvenimento per l'intera estensione del percorso seguito dal Polo celeste a partire da quella data, di stelle che...furono scelte a diverse riprese come stelle polari, ma in seguito abbandonate..."
E di fatto non sempre erano disponibili stelle adatte allo scopo.
È risaputo che la Grande Piramide, così scrupolosamente allineata, non è orientata sulla nostra stella polare, bensì su α Draconis, che 5000 anni fa occupava la posizione del Polo.
Oggi, naturalmente, il Polo è estremamente vicino all'Orsa Minore, la stella polare dell'astronomia contemporanea... ma tra circa 11.000 anni si troverà all'altra estremità della sua 'orbita', ad una declinazione approssimativamente di 45°Ν, nella costellazione della Lira non lontano da Vega.
Nel -3000 doveva invece trovarsi più o meno a 64° di declinazione Nord e 14° di ascensione retta. È per tanto del massimo interesse il rinvenimento per l'intera estensione del percorso seguito dal Polo celeste a partire da quella data, di stelle che...furono scelte a diverse riprese come stelle polari, ma in seguito abbandonate..."
E di fatto non sempre erano disponibili stelle adatte allo scopo.
È risaputo che la Grande Piramide, così scrupolosamente allineata, non è orientata sulla nostra stella polare, bensì su α Draconis, che 5000 anni fa occupava la posizione del Polo.
(Ad esempio i Draconis = Unità Celeste o Principio Celeste, Celeste Unico, il Grande Unico ecc...).
Ma i moderni trovano tanto più difficile immaginare che in quelle età lontane gli uomini sapessero seguire uno spostamento così impercettibile, in quanto molti di loro non sono al corrente dei fatti puri e semplici.
Vi è un'intera raccolta di miti che dimostrano come una volta si sapeva che la sfera delle stelle fisse non era destinata a compiere per sempre le sue rivoluzioni attorno allo stesso perno.
Parecchi miti narrano di come la Polare viene abbattuta o comunque rimossa dalla sua sede..
Tuttavia questi miti si presentano, per la maggior parte, con una denominazione ingannevole: sono stati infatti intesi come miti che trattano la fine del mondo.
Ciò che ha fine, in realtà, è un mondo, inteso come un'età del mondo.
La catastrofe spazza via il passato, che viene sostituito da "un nuovo cielo è una nuova terra" su cui regna una "nuova" stella polare.
Per la sua grande lentezza e la sua impercettibilità nell'arco di una vita umana, si è dato per scontato che nessuno avrebbe potuto accorgersi della Precessione prima del 127 a.C., anno della presunta scoperta del fenomeno da parte di Ipparco, il quale scoprì e dimostrò che Precessione ruota attorno al polo dell'eclittica.
La Precessione assunse un'importanza preponderante: divenne il vasto disegno impenetrabile del fato stesso, ove un'età del mondo diventava all'altra, mentre l'invisibile lancetta dell'equinozio scivolava lungo i segni e ogni età portava con sé ascesa e caduta di configurazioni e sovranità astrali, insieme con le loro conseguenze terrene.
Occorrevano storie pera gente comune, che narrassero come da un'origine fosse sorto il susseguirsi delle sovranità e come fosse avvenuta la creazione stessa del mondo.
Il sistema copernicano ha spogliato la Precessione della sua solenne grandiosità, facendone una questione puramente terrestre, il barcollare del corso individuale di un qualsiasi pianeta.
Tratto da "Il mulino di Amleto" di de Santillana e von Dechend
Ma i moderni trovano tanto più difficile immaginare che in quelle età lontane gli uomini sapessero seguire uno spostamento così impercettibile, in quanto molti di loro non sono al corrente dei fatti puri e semplici.
Vi è un'intera raccolta di miti che dimostrano come una volta si sapeva che la sfera delle stelle fisse non era destinata a compiere per sempre le sue rivoluzioni attorno allo stesso perno.
Parecchi miti narrano di come la Polare viene abbattuta o comunque rimossa dalla sua sede..
Tuttavia questi miti si presentano, per la maggior parte, con una denominazione ingannevole: sono stati infatti intesi come miti che trattano la fine del mondo.
Ciò che ha fine, in realtà, è un mondo, inteso come un'età del mondo.
La catastrofe spazza via il passato, che viene sostituito da "un nuovo cielo è una nuova terra" su cui regna una "nuova" stella polare.
Per la sua grande lentezza e la sua impercettibilità nell'arco di una vita umana, si è dato per scontato che nessuno avrebbe potuto accorgersi della Precessione prima del 127 a.C., anno della presunta scoperta del fenomeno da parte di Ipparco, il quale scoprì e dimostrò che Precessione ruota attorno al polo dell'eclittica.
La Precessione assunse un'importanza preponderante: divenne il vasto disegno impenetrabile del fato stesso, ove un'età del mondo diventava all'altra, mentre l'invisibile lancetta dell'equinozio scivolava lungo i segni e ogni età portava con sé ascesa e caduta di configurazioni e sovranità astrali, insieme con le loro conseguenze terrene.
Occorrevano storie pera gente comune, che narrassero come da un'origine fosse sorto il susseguirsi delle sovranità e come fosse avvenuta la creazione stessa del mondo.
Il sistema copernicano ha spogliato la Precessione della sua solenne grandiosità, facendone una questione puramente terrestre, il barcollare del corso individuale di un qualsiasi pianeta.
Tratto da "Il mulino di Amleto" di de Santillana e von Dechend
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