mercoledì 20 settembre 2017

La Precessione e la Via Lattea


Con la scoperta della Precessione, la Via Lattea prese un significato nuovo e decisivo: non solo era la fascia più spettacolare del cielo, era anche il punto di riferimento dal quale si poteva immaginare avesse avuto inizio la Precessione.
Ciò sarebbe accaduto quando il sole equinoziale di primavere abbandonò la sua posizione nei Gemelli nella Via Lattea.
Si pensò che la Via Lattea potesse segnare la pista che il sole aveva abbandonato - una zona bruciata, per così dire, ima cicatrice nel cielo.
La Via Lattea era un "punto" di riferimento dal quale si poteva dire aver avuto inizio la Precessione e l'idea che s'ebbe non fu che la Via Lattea potesse segnare la pista che il sole aveva abbandonato, bensì che essa era l'immagine di una pista abbandonata, una formula che offriva ricche possibilità di 'raccontare' complessi mutamenti celesti.
Il sentiero abbandonato è probabilmente la formulazione originaria delle nozioni elaborate con insistenza intorno a un ipotizzato Tempo Zero.
Se la Precessione veniva vista come il grande orologio dell'Universo, il sole, nel suo spostarsi all'equinozio, rimaneva la misura di tutte le misure, l'"aurea fune", come dice Socrate nel Teeteto di Platone (153 c); anzi eccezion fatta per gli intervalli armonici, il sole era l'unica misura assoluta fornita dalla natura.
Esso va quindi inteso come colui che dirige in ogni istante le 'fughe' planetarie.
Così quando il sole alla stazione di controllo si spostò verso la Via Lattea, anche i pianeti, si diceva, trasferirono le loro cacce in quella direzione.
Tutto ciò non ha molto senso dal punto di vista geometrico, ma dimostra come un'immagine possa dominare le menti degli uomini e assumere vita propria.
Tratto da "Il mulino di Amleto" di de Santillana e von Dechend

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