martedì 4 ottobre 2016

Il genio


Nello spirito umano c'è un impulso naturale al conoscere; lo rivela di continuo il bambino, e il bambino - essere assurdo, sentimentale e indifeso - è il prototipo esatto (perfetto) dell'umanità. 
Si può dire che l'uomo è un animale che aspira ad essere razionale.
Un residuo, forse, di quel fuoco divino che Prometo sembra non aver avuto il tempo di distribuire equamente fra gli uomini.
Se l'istinto di conoscere mira talvolta a ciò che effettivamente può costituire materia di scienza, spesso deve rivolgersi a ciò che non di può osservare in condizioni scientifiche o ridurre a una qualche forma di esattezza .
Ma nel suo slancio spirituale, l'istinto di conoscere non desiste
Non potendo conoscere con l'intelligenza, conosce con il sentimento, che l'intelligenza del desiderio.
E dove non può osservare, crede; dove non può calcolare, indovina; dove non può sottoporre a verifica, profetizza.
Questa condizione dell'anima è il misticismo, che consiste nell'avere il chiaro sentimento di qualcosa di cui non si conosce la natura.
In ogni ambito umano dove non può darsi  scienza, deve necessariamente darsi misticismo.
Il genio è il conseguimento, attraverso l'intelligenza razionale, di ciò che solo l'intelligenza analogica o intuitiva ha la proprietà di conseguire e viceversa, il conseguimento attraverso l'intelligenza intuitiva di ciò che solo l'intelligenza razionale ha la proprietà di conseguire.
Il genio è  la prefigurazione dell'umanità futura.
Meglio sarebbe dire che è la prefigurazione di quella condizione futura dell'umanità in cui ha luogo la funzione delle due intelligenze, nel momento stesso in cui, a un livello superiore, si produce la vera fusione, nel nuovo Cristo, delle due Nature.
Per conseguire tramite l'intelligenza razionale ciò che in realtà solo l'intelligenza intuitiva consegue, è necessario raggiungere un livello di intelligenza in cui si viva nell'astrazione con la stessa vitalità dell'anima con cui si vive nel concreto; in cui si riesca a ragionare senza preconcetti, facendo della ragione non, come nell'uomo naturale, per quanto evoluto, la serva tirata a lucido dell'emozione e del desiderio, bensì la sua dominatrice e insieme la sua libertà in cui si elevi l'intelligenza al di sopra dell'unità,  vivendo la contraddizione logicamente, come iniziò  a fare Hegel seguendo la via tracciata da Eraclito in modo un po' occulto e anche un po' empirico...
Tratto da " Pagine esoteriche " di Fernando Pessoa

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