Possiamo leggere l'Universo dentro di noi come in uno specchio, le caratteristiche principali che contrassegnano l'essere umano sono l'immagine riflessa di quelle che identificano il cosmo.
Tra gli attributi fondamentali di ogni soggetto che segnalano la sua doppia natura maschile e femminile (razionalità/affettività, calma/passione, esteriorità/interiorità ecc..) troviamo anche latenti tensioni erotiche bipolari, eterosessuali e omosessuali.
Tutto questo significa che il nucleo maschile-femminile è originato tanto nell'uomo che nel cosmo, ma anche che la potenza creatrice intelligente, quella che attimo dopo attimo imprime forma, movimento e trasformazione alla natura, contiene in sè una duplice valenza erotica.
Il maschile e femminile sono dunque principi della natura che operano in perfetta sintonia.
Nella cultura scritta umana l'idea del doppio principio maschile-femminile è radicato fin dagli albori del pensieri filosofico, prendiamo il caso dell'antica filosofia cinese: qui tale concetto compare nella forma della contrapposizione delle complementarità cosmiche dello Yin (femminile) e dello Yang (maschile), fin dalle prime pagine de Il libro delle trasformazioni (I-Ching VIII sec. a.C.) e anche nel taoismo tale nozione occupa una posizione di primo piano.
Secondo questa filosofia non c'è tra yin e yang una frontiera netta: uno è contenuto nell'altro, poichè la loro unione è all'origine di tutte le cose, ogni essere è una vita che palpita dei due principi, un punto di incontro di entrambi i sessi.
Anche nelle gesta delle divinità egizie quali Mut, Iside e Hathòr si mettono ben in luce la compresenza in esse di caratteri maschili e femminili.
Ermete Trimegisto (VI sec. d,C) pensa a un mondo generato da una potenza divina che possiede "la fecondità di ambedue i sessi"(Corpo ermetico e Asclepio).
Non da ultimo, la teoria del doppio principio trova riscontro nella psicoanalisi di Jung, a testimonianza del fatto che essa è ancora parte viva e integrante della nostra cultura.
Nessun commento:
Posta un commento