mercoledì 7 agosto 2019

Il mi e il ma'


La parola ebraica BDL, che traduciamo con "separare, significa invece "distinguere": Dio distingue la luce dalle tenebre, il giorno dalla notte, poi l'uomo dalla donna, ma, soprattutto, dalle acque originali mayim distingue "le acque che sono sopra il firmamento" dalle "acque che sono sotto il firmamento" (Genesi 1, 6-7), acque che la tradizione ebraica chiama rispettivamente mi è ma'.
Mi e ma' sono legate dal "firmamento" che è chiamato šamayim volgarmente tradotta con "i cieli" e che, separando il mi dal ma', contraddittoriamente li riunisce nel suo nome attorno alla lettera ש che noi vedremo non essere estranea a ciò che chiamiamo il "nocciolo".
Simbolicamente possiamo dire che il mi è il mondo dell'unità archetipale non manifesta, il ma' quello della molteplicità manifestata ai differenti livelli di realtà
La radice mi troverà il corrispondente greco nella radice mu che presiede alla formazione delle parole che illustrano il mondo degli archetipi come μύειν, "chiudere la bocca", "tacere", e μυετν, "essere iniziato".
Ogni iniziazione è una introduzione sulla via che lega il mondo manifesto a quello dei suoi archetipi; essa si compie nel silenzio.
Il mito -μύθος- è la storia che rende conto della vita degli archetipi.
Le nostre parole murmure, muto, mistero, derivano dalla stessa radice.
La radice ma' è la radice-madre di tutte le parole significanti la manifestazione (come materia, materno, matrice, mano, ecc)
Ogni elemento ma' è l'ispirazione del suo corrispondente nel mi.
Questo risuona incessantemente su quello, che ne porta non solo l'immagine, ma anche la potenza.
In questo senso il ma', in ognuno dei suoi elementi, è simbolo del mi.
Il simbolo (sym-bállein: gettare insieme, unire) unisce il ma' al mi.
Il dia-bállein (gettare di traverso, separate) separa i due mondi, lasciando nell'erranza quello del ma', privato del suo giusto riferimento e della sua giusta potenza.
Gli ebrei chiamano Elohim l'"uomo dall'alto", Adam l'"uomo dal basso".
Questo "uomo dall'alto" è il mondo del mi; si esprime bel ma'.
A sua immagine, Adamo -l'"uomo dal basso"- riunisce in sé la totalità del ma' che contiene, nel suo germe e nella promessa del frutto, quella del mi.
In questa prospettiva, l'uomo è punto d'incontro dell'universo e degli dei.
Per questo le scienze tradizionali lo chiamano mikrokósmos (piccolo universo) e mikròtheos (piccolo dio).
È il punto di partenza di tutte le vibrazioni, fulcro su cui tutte le risonanze si riflettono.
A qualsiasi livello del ma' il conoscente acceda, gli elementi di questo m'è hanno sempre un'obbiettivitá in se stessi, in quanto si riferiscono al loro archetipo nel mondo del mi.
Privati di questo riferimento sono "illusione", māyā per gli indù, abel הבל -vanità- per gli ebrei; sono detti "soggettivi" dagli scettici, quelli che non hanno alcuna conoscenza del mondo del mi e che proiettano sugli altri la loro ignoranza.
Ma illusione è anche l'esperienza del mi scissa da quella del ma'!
Mi e ma, sebbene distinti sono inseparabili.
La conoscenza è un matrimonio, un'unione del conosciuto e del conoscente.
«La conoscenza è amore»
«Conosci te stesso e conoscerai l'universo e gli dèi»
Tratto da "Il simbolismo del corpo umano" di Annick de Souzenelle

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