martedì 23 ottobre 2018

Zarathustra: la virtù


Fratello se tu hai una virtù, ed la tua virtù, allora non l'hai in comune con alcuno.
Certo, tu vuoi chiamarla per nome e vezzeggiarla; 
vuoi tirarle all'orecchio e scherzare con essa.
Ma ecco! 
Ora hai il suo nome in comune col popolo e, con la tua virtù, sei diventato popolo e gregge...
Una volta avevi delle passioni e le chiamavo cattive.
Ma adesso non hai altro che le tue virtù: 
esse sono cresciute dalle tue passioni.
Nel cuore di queste passioni ha posto la tua meta più alta: così sono diventate te le tue virtù e le tue gioie...
Alla fine tutte le tue passioni sono diventate virtù e tutti i tuoi diavoli angeli...
Dai tuoi veleni ti sei distillato il tuo balsamo: hai munto la tua vacca melanconia - e ora bevi il dolce latte della sua mammella...
Fratello se hai fortuna hai una sola virtù e non più: 
così puoi più lievemente attraversare il ponte.
Avere molte virtù è una distinzione, ma anche una sorte difficile...
Guarda come ognuna delle tue virtù brama la vetta suprema; 
vuole tutto il tuo spirito perché sia il suo araldo, vuole tutta quanta la tua forza nell'ira, nell'amore e nell'odio.
Ogni virtù è gelosa dell'altra e la gelosia è una cosa terribile.
Anche le virtù possono perire di gelosia.
Chi è avvolto dalla fiamma della gelosia, finisce per fare come lo scorpione e rivolge contro di sé l'aculeo avvelenato.
Ahimè fratello, non hai mai visto una virtù calunniare e trafiggere se stessa?
L' uomo è qualcosa che deve essere superato: 
e perciò devi amare le tue virtù - giacché di esse perirai.
Tratto da "Così parlò Zarathustra" di F. Nietzsche

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