giovedì 15 marzo 2018

Magia e negromanzia

I sogni soprannaturali sono sempre veraci e mai ingannevoli.
Bileam era molto esperto di visioni ed apparizioni notturne.
Dice infatti la Scrittura che egli poteva avere una simile visione ogni notte e quante volte volesse; e non è certamente da imputarsi a questo se la Scrittura gli ha dato un nome rozzo, chiamandolo mago.
La Scrittura non fa differenza e chiama maghi tutti quelli che erano versati nelle cose soprannaturali, senza essere stati nel contempo dei santi.
Infatti ciò si spiega con delle ragioni ben profonde.
Iddio vuole che noi viviamo in semplicità come vissero gli apostoli e non vuole che ci diamo alla ricerca delle cose alte e segrete, che avvengono in modo soprannaturale, affinché non ci venga la tentazione di abusarne per danneggiare il prossimo e per dannarci così il corpo e l'anima.
Non tutti quelli che la Scrittura chiama maghi sono propriamente dei maghi, perché se così fosse, allora i tre re dell'Oriente sarebbero stati degli arcimaghi, versati com'erano nelle cose soprannaturali, più di chiunque altro ai loro tempi e prima di loro.
Poiché la Scrittura li chiama maghi e non negromanti, che cosa dobbiamo dedurre noi? Solo questo, che essi non hanno abusato della loro arte e della grande loro sapienza nascosta.
La magia è infatti un'arte che trae dalla fede la sua maggiore potenza e forza, ma quando viene usata a fin di male, diventa negromanzia....
Le visioni della negromanzia sono apparizioni ingannevoli e false e quantunque gli spiriti che vi compaiono parlino e spesso rispondano giurando le mille volte con le dita alzate, non c'è da disfarsene né si deve credere che ciò avvenga per ordine e volontà di Dio.
Tratto da "Il tesoro dei tesori. Scritti magici alchemici e ermetici" di Paracelso

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