martedì 18 aprile 2017

Il peccato originale come primo sviluppo della coscienza


Il racconto biblico della creazione ha collocato, al principio del divenire psichico, una perfetta armonia delle piante, degli animali, dell'uomo e di Dio, nel simbolo del paradiso terrestre, spiegando come colpa fatale il primo sviluppo della coscienza ("Voi sarete come Dio, conoscitori del bene e del male").
Essa è la diabolica ribellione del singolo contro l'Uno, è l'atto ostile del disarmonico contro l'armonico, è la separazione contro la coscienza universale.
L'acquisizione della coscienza fu il più squisito frutto dell'albero della vita; fu l'arma magica che diede all'uomo la vittoria sulla terra, e che noi speriamo possa dargli ancora la più grande vittoria sopra sé stesso.
L'umanità ha sperimentato infinite volte che coscienza individuale significa divisione e inimicizia.
E come il tempo della scissione è tempo della malattia per l'individuo, così come lo è nella vita dei popoli.
Il germe della malattia della scissione è penetrato nell'anima dell'uomo con l'apparire della coscienza, massimo bene e massimo male.
Non v'è dubbio che anche la nostra epoca è un tempo di scissione e di malattia.
La parola crisi è anche un termine medico, che sta ad indicare lo stato culminante di una malattia grave.
Non è facile giudicare l'immediato presente in cui si vive, ma se risaliamo alla storia clinica delle malattie spirituali dell'umanità, troviamo altri attacchi del male.
Ma come dice il proverbio "non ogni male viene per nuocere".
Così la malattia della scissione di un dato mondo è anche un processo salutare o meglio il momento culminante di una gestazione, il travaglio del parto.
Un'età di scissione come quella dell'impero romano è anche un'epoca di rinascita.
Non per nulla datiamo la nostra era dal tempo di Cesare Augusto: cade infatti in esso la nascita di quella simbolica figura del Cristo, che dagli antichi cristiani era invocato come pesce, ossia come signore dell'allora iniziato mese cosmico dei Pesci e che divenne la guida spirituale di un'età bimillenaria.
Egli è per così dire sorto dal mare mentre incombeva il caos distruggendo un'epoca del mondo.
Egli ha detto infatti "Non sono venuto a mettere pace ma guerra". Ma ciò che porta separazione genere unione.
Perciò la sua dottrina è l'amore che unisce ogni cosa.
La dispersione insensata e disperata in una ripugnante molteplicità caotica, tale da riempire uno di ripugnanza e disperazione, contiene nel proprio oscuro seno il germe di nuova luce.
L'Uno il principio di ogni collegamento, là dove si compie quel parto creatore che "spezza la Madre" ed è la causa remota e profonda di ogni dissociazione di superficie.
Una civiltà non muore ma partorisce.
Tratto da "Realtà dell'anima" di C.G. Jung

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