Dobbiamo salire senza errare dal senso, che è intorno al corpo, alla fantasia, che sta intorno alle immagini dei corpi e da questa all'immaginazione, che sta intorno all'attenzione per le immagini e di lì all'intelletto che medita intorno alla natura comune dei singoli oggetti di attenzione.
Tra queste facoltà il senso occupa il livello più basso di tale progresso conoscitivo, poiché sussiste soltanto in relazione ad altri elementi, e perciò è paragonato a una linea retta, mentre l'intelletto è paragonato a un cerchio: infatti è intento alla contemplazione di ciò che ha in sé e attorno a sé.
La rappresentazione ha una posizione intermedia e perciò la sua progressione sarà paragonata a una linea obligua.
Tra queste facoltà il senso occupa il livello più basso di tale progresso conoscitivo, poiché sussiste soltanto in relazione ad altri elementi, e perciò è paragonato a una linea retta, mentre l'intelletto è paragonato a un cerchio: infatti è intento alla contemplazione di ciò che ha in sé e attorno a sé.
La rappresentazione ha una posizione intermedia e perciò la sua progressione sarà paragonata a una linea obligua.
Non spetta al senso conoscere le cose esterne all'anima, ma piuttosto riferirle a chi le conosce; all'immaginazione invece spetta conoscere non solo quelle cose ma anche quelle che sono nell'anima, in quanto rappresentazioni dei sensi; alla ragione inoltre spetta investigare se stessa, all'intelletto invece anche conoscere se stesso.
Noi possediamo perfettamente il senso, benché non lo usiamo perfettamente; siamo posseduti perfettissimamente dall'intelletto, che agisce in noi senza interruzione; sono intermedie le facoltà che globalmente sono definite dall'immaginazione, in relazione a quanto ci posseggono e sono possedute da noi.
Bisogna distinguere due specie di senso: l'inferiore - tramite il quale non si distingue la natura dell'oggetto né la sua qualità, ma viene soltanto percepita una certa impressione addotta dalle qualità corporee.
Ed il superiore, che coglie in profondità la natura e la qualità.
Vi è inoltre uns terza eccezione di senso Epicuro chiamava senso ogni conoscenza, Democrito ed Empedocle l'intelletto, i Pitagorici la mente e lo spirito vitale e credono che esso sia in tutte le cose secondo un determinato criterio.
Noi riteniamo che tutto ciò convenga s in unico principio.
La mente che muove la massa dell'universo è quella che dà forma al seme a partire dal centro, lo cresce nella sua ipostasi secondo gradi tanto mirabili, li dota a tal punto di straordinari artifizi, delinea le caratteristiche e dà forma...
Tratto da "Il sigillo dei sigilli" di Giordano Bruno
Noi possediamo perfettamente il senso, benché non lo usiamo perfettamente; siamo posseduti perfettissimamente dall'intelletto, che agisce in noi senza interruzione; sono intermedie le facoltà che globalmente sono definite dall'immaginazione, in relazione a quanto ci posseggono e sono possedute da noi.
Bisogna distinguere due specie di senso: l'inferiore - tramite il quale non si distingue la natura dell'oggetto né la sua qualità, ma viene soltanto percepita una certa impressione addotta dalle qualità corporee.
Ed il superiore, che coglie in profondità la natura e la qualità.
Vi è inoltre uns terza eccezione di senso Epicuro chiamava senso ogni conoscenza, Democrito ed Empedocle l'intelletto, i Pitagorici la mente e lo spirito vitale e credono che esso sia in tutte le cose secondo un determinato criterio.
Noi riteniamo che tutto ciò convenga s in unico principio.
La mente che muove la massa dell'universo è quella che dà forma al seme a partire dal centro, lo cresce nella sua ipostasi secondo gradi tanto mirabili, li dota a tal punto di straordinari artifizi, delinea le caratteristiche e dà forma...
Tratto da "Il sigillo dei sigilli" di Giordano Bruno
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