lunedì 11 aprile 2016

L'Essere e il Non-Essere


L'Essere in senso universale, come il principio della manifestazione, e nel contempo come ciò che di per se stesso  comprende l'insieme di tutte le possibilità di manifestazione, dobbiamo dire che non è  infinito, poiché non coincide con la Possibilità totale;  comprende sì tutte le possibilità di manifestazione, ma soltanto in quanto esse si manifestano.
Al di fuori dell'Essere vi è  tutto il resto cioè tutte le possibilità di non-manifestazione, e le possibilità di manifestazione allo stato di non manifestato.
Per designare ciò che è pertanto al di fuori e al di là dell'Essere, siamo costretti a chiamarlo Non-Essere e tale espressione negativa non è in alcun modo sinonimo di "nulla".
Il Non-Essere, nel senso indicato, è più che l'Essere o, se si vuole, è  superiore all'Essere, se con ciò si intende che quanto esso comprende è al di là dell'estensione dell'Essere, e continente in principio l'Essere stesso.
Né l'Essere né il Non-Essere è più infinito, perché essi si limitano reciprocamente in certo qual modo: l'infinità appartiene soltanto all'insieme dell'Essere e del Non-Essere, poiché questo insieme coincide con la Possibilità universale.
L'Essere manifesta le possibilità  (o più precisamente alcune di esse); il Non-Essere, non le manifesta.
L'Essere contiene dunque tutto il manifestato; il Non-Essere contiene tutto il non-manifestato, incluso l'Essere stesso; ma la Possibilità universale comprende a un tempo l'Essere e il Non-Essere.
Tratto da "Gli stati molteplici dell'Essere" di René Guénon

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