giovedì 14 aprile 2016

La pazienza

La sua trascendenza situa il daimon fuori dal tempo; e nel tempo il daimon può entrare soltanto calandosi dentro il mondo.
Per cogliere la biografia del daimon a partire dalla cronologia di una vita umana, è  necessario leggere quella via a ritroso mediante l'intuizione.
L'intuizione vede le cose tutte in una volta, mentre il tempo inanella le cose in una catena di eventi che si succedono l'un l'altro verso la linea del traguardo.
Per il disegno iscritto nel seme tutto è  presente nello stesso momento e spinge verso un articolarsi simultaneo.
Voglio tutto, tutto e subito, perché io lo sento e lo vedo tutto in una volta.
Questa è una forma di percezione trascendente, appropriata a un Dio onnipresente.
Come spiegò il vecchio rabbino: "Dio creò il tempo affinché le cose non dovessero accadere tutte in una volta".
Il tempo rallenta la vita; gli eventi si dispiegano uno per volta.
Per il daimon il tempo non può causare niente che non sia già presente nell'immagine globale.
Il tempo può solo rallentare e frenare la realizzazione, favorendo così la nostra discesa, cioè la nostra crescita. L'atemporalità della ghianda, con la sua spinta a far succedere tutto subito, rimanda alla possessione da parte del daimon, un daimon sul punto di diventare demoniaco.
Il saper assaporare come ogni cosa abbia la sua stagione, il saper dare tempo e avere tempo e metterci tempo sono atteggiamenti estranei al Cattivo Seme, il quale predica e impone l'inflazione maniacale che non tollera interruzioni.
Dicevano gli alchimisti: "Nella tua pazienza è la tua anima" e "La precipitazione viene dal demonio".
Tratto da "Il codice dell'anima" di James Hillman

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