Agli stadi dell'Opera corrispondono alcuni determinati colori che, dal canto loro, sono collegati con i sette pianeti.
Già nell'antichità si faceva distinzione tra i sette colori.
Di qui il collegamento di quest'ultimi con l'astrologia e quindi, naturalmente, anche con la psicologia, poiché i pianeti corrispondono a determinati elementi del carattere individuale.
Già l'Aurora consurgens, in una frase piuttosto ambigua, pone in collegamento i colori all'"anima":
"Colui che mi avrà levato l'anima, ne vedrà i colori".
Lagneus stabilisce un parallelo tra i quattro "colori principali" e i quattro temperamenti:
"La citriniatas equivale al temperamento bilioso, la rubedo a quello sanguigno, l'albedo al flemmatico e la nigredo al melanconico" (Harmonia chemica).
Il significato psicologico dei colori diventa indubbio in Dorneus, il quale scrive: "In verità la forma, che è l'intelletto dell'uomo, costituisce il principio, il punto mediano e la fine di ogni preparazione, e questa forma viene indicata dal color giallo (croceo colore), mediante cui viene indicato che la maggiore è principale forma nell'Opus spagirico è l'uomo stesso, e che una forma può essere più potente del cielo."
Dal momento che il colore dell'oro rimanda, secondo questo autore, all'uomo e in particolare al suo intelletto quale principale informator (agente formativo) nel processo alchemico, che può perciò supporre che, gli altri tre colori principali designino altre funzioni psichiche fondamentali, allo stesso modo in cui i sette colori indicano le sette componenti astrologiche (o planetarie) del carattere.
La sintesi dei quattro o sette colori non significherebbe perciò nulla di meno che l'integrazione della personalità, ossia l'unione delle quattro funzioni fondamentali, che abitualmente vengono raffigurate mediante il quaternio di colori, vale a dire il blu, il rosso, il giallo e il verde.
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C.G.Jung
Già nell'antichità si faceva distinzione tra i sette colori.
Di qui il collegamento di quest'ultimi con l'astrologia e quindi, naturalmente, anche con la psicologia, poiché i pianeti corrispondono a determinati elementi del carattere individuale.
Già l'Aurora consurgens, in una frase piuttosto ambigua, pone in collegamento i colori all'"anima":
"Colui che mi avrà levato l'anima, ne vedrà i colori".
Lagneus stabilisce un parallelo tra i quattro "colori principali" e i quattro temperamenti:
"La citriniatas equivale al temperamento bilioso, la rubedo a quello sanguigno, l'albedo al flemmatico e la nigredo al melanconico" (Harmonia chemica).
Il significato psicologico dei colori diventa indubbio in Dorneus, il quale scrive: "In verità la forma, che è l'intelletto dell'uomo, costituisce il principio, il punto mediano e la fine di ogni preparazione, e questa forma viene indicata dal color giallo (croceo colore), mediante cui viene indicato che la maggiore è principale forma nell'Opus spagirico è l'uomo stesso, e che una forma può essere più potente del cielo."
Dal momento che il colore dell'oro rimanda, secondo questo autore, all'uomo e in particolare al suo intelletto quale principale informator (agente formativo) nel processo alchemico, che può perciò supporre che, gli altri tre colori principali designino altre funzioni psichiche fondamentali, allo stesso modo in cui i sette colori indicano le sette componenti astrologiche (o planetarie) del carattere.
La sintesi dei quattro o sette colori non significherebbe perciò nulla di meno che l'integrazione della personalità, ossia l'unione delle quattro funzioni fondamentali, che abitualmente vengono raffigurate mediante il quaternio di colori, vale a dire il blu, il rosso, il giallo e il verde.
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C.G.Jung
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