"Il Tempo scopre la Verità" fonte:www.ioarte.org
"Ma la verità è ciò a cui nulla può mancare, essere aggiunto e ancor meno opporsi (...)
La verità è una forza (o capacità, virtù) suprema e una fortezza inespugnabile (....) un pegno incontestabile per coloro che la possiedono.
In questa cittadella sono custoditi l'autentica pietra e il vero e indubitabile tesoro dei filosofi, che non viene né divorato dalle tignole né dissotterrato dai ladri, ma resta per l'eternità, mentre ogni altra cosa di dissolve.
Per molti è causa di rovina, per altri di salvezza.
È una cosa (res) volgare, assai vile, assai disprezzata e detestata (exosa), <e> tuttavia non è cosa da odiare, bensì <piuttosto> è cosa amabile e più preziosa delle gemme, agli occhi del filosofo.
L'intento del "chimico" è di liberare la verità (il concetto di veritas qui è sinonimo di sapientia) non sensibile dai ceppi in cui è avvinta nelle cose sensibili, poiché per mezzo suo si conquistano le virtù celesti mediante uno spirito assai sottile (...)
La conoscenza èa soluzione <o dissoluzione (resolutio)> certa è indubitabile, mediante l'esperienza, di tutte le opinioni che avevano concernenti la verità.
L'esperienza è la dimostrazione manifesta della verità, e la soluzione è la deposizione di ogni dubbio.
(....) Abbiamo detto che la pietas consiste nella conoscenza di sé stessi (in cognitione sui ipsius).
(...)Proprio da quest'ultima deve cominciare la conoscenza filosofica.
Nessuno però può conoscere sé stesso, se ignora non tanto chi egli è, quanto che cosa egli sia, da chi dipenda o a chi appartenga (perché secondo la legge della verità nessuno appartiene a sé stesso, sui iuris est) e a quale fine sia stato creato.
Con questa conoscenza incomincia la pietas, che è relativa a due <oggetti>, ossia al Creatore e alla creatura che gli è simile.
Per la creatura é impossibile conoscersi a partire da sé medesima, se prima non si è conosciuta attraverso il suo Creatore (...).
Il miglior modo di conoscere il Creatore è quello di imparare a riconoscere l'Artefice della sua opera".
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C.G.Jung
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