Gli gnostici credono che gli uomini, o per lo meno alcuni di essi, abbiano in sé, sin dal principio, un elemento superiore, proveniente dal mondo della luce (lo spinther), il quale li rende capaci di elevarsi al di sopra del mondo dei Sette, nel mondo superiore della luce, del Padre sconosciuto e della Madre celeste.
La piccola scintilla dell'anima, immagine che incontriamo già nella dottrina di Saturnino, gli pneumatici racchiudono in sé una piccola parte del Pleroma.
Secondo Ippolito, nella dottrina dei Sethiani le tenebre trattengono "in schiavitù" lo splendore e la scintilla della luce, e questa "minuscola scintilla" è "mescolata" in modo finissimo alle acque oscure in basso.
Anche l'alchimia possiede la sua dottrina della "scintilla".
Essa è anzitutto il centro igneo della Terra, nel quale i quattro elementi "proiettano il proprio seme in modo incessante".
"Tutte le cose infatti hanno origine in questa fonte, e in tutto il mondo nulla nasce se non attraverso questa fonte".
Le scintille appaiono spesso come "d'oro e d'argento" e si ritrovano in gran quantità nella terra.
Esse vengono definite come oculi piscium (occhi di pesce). Gli occhi di pesce vengono sovente menzionati dagli autori alchemici.
Gli occhi indicano che la pietra è concepita in divenire e che nasce da occhi sparsi ovunque, Ripley nota che nel "disseccarsi del mare" rimane alla fine una sostanza che brilla come un occhio di pesce.
L'occhio di pesce è sempre aperto come l'occhio di Dio.
Secondo gli egizi l'occhio è la sede dell'anima, perciò Osiride è nascosto nell'occhio di Horus.
Nella concezione alchemica l'occhio è il cielo: "È simile a un occhio e a uno sguardo dell'anima, attraverso il quale spesso ci viene indicato l'affetto e l'intento dell'anima e attraverso i cui raggi e il cui guardo ogni cosa prende forma"
Perciò gli alchimisti chiamavano coelum la loro quinta essenza.
All'idea della "virtus" corrisponde la descrizione dello Spirito Santo come occhio, un parallelo rispetto all'invocazione di Ermete: "Oh Ermete...occhio del Sole!".
L'occhio di Dio irradia forza e luce, e così anche gli oculi piscium sono le minuscole scintille dell'anima, a partire dalle quali si ricompone la figura di luce del filius.
L'occhio, come il sole, è un simbolo e insieme un'allegoria della coscienza: "L'occhio è ...la chiarezza dell'intelletto" .
Nell'alchimia le scintillae vengono combinate insieme a formare l'oro (Sol), nei sistemi gnostici gli atomi di luce vengono reintegrati nella divinità. Sotto il profilo psicologico questa dottrina rimanda al carattere di personalità o di Io dei complessi psichici: i cosidetti complessi in quanto inconsci, in quanto anime parziali posseggono perlomeno una certa "luminosità".
Da questo atomi nasce la monade (e il Lapis con i suoi significati) in accordo con la dottrina di Epicuro, secondo cui anche la divinità è nata dallo scontro degli atomi.
Dorneus nella sua Philosophia meditativa scrive:
La piccola scintilla dell'anima, immagine che incontriamo già nella dottrina di Saturnino, gli pneumatici racchiudono in sé una piccola parte del Pleroma.
Secondo Ippolito, nella dottrina dei Sethiani le tenebre trattengono "in schiavitù" lo splendore e la scintilla della luce, e questa "minuscola scintilla" è "mescolata" in modo finissimo alle acque oscure in basso.
Anche l'alchimia possiede la sua dottrina della "scintilla".
Essa è anzitutto il centro igneo della Terra, nel quale i quattro elementi "proiettano il proprio seme in modo incessante".
"Tutte le cose infatti hanno origine in questa fonte, e in tutto il mondo nulla nasce se non attraverso questa fonte".
Le scintille appaiono spesso come "d'oro e d'argento" e si ritrovano in gran quantità nella terra.
Esse vengono definite come oculi piscium (occhi di pesce). Gli occhi di pesce vengono sovente menzionati dagli autori alchemici.
Gli occhi indicano che la pietra è concepita in divenire e che nasce da occhi sparsi ovunque, Ripley nota che nel "disseccarsi del mare" rimane alla fine una sostanza che brilla come un occhio di pesce.
L'occhio di pesce è sempre aperto come l'occhio di Dio.
Secondo gli egizi l'occhio è la sede dell'anima, perciò Osiride è nascosto nell'occhio di Horus.
Nella concezione alchemica l'occhio è il cielo: "È simile a un occhio e a uno sguardo dell'anima, attraverso il quale spesso ci viene indicato l'affetto e l'intento dell'anima e attraverso i cui raggi e il cui guardo ogni cosa prende forma"
Perciò gli alchimisti chiamavano coelum la loro quinta essenza.
All'idea della "virtus" corrisponde la descrizione dello Spirito Santo come occhio, un parallelo rispetto all'invocazione di Ermete: "Oh Ermete...occhio del Sole!".
L'occhio di Dio irradia forza e luce, e così anche gli oculi piscium sono le minuscole scintille dell'anima, a partire dalle quali si ricompone la figura di luce del filius.
L'occhio, come il sole, è un simbolo e insieme un'allegoria della coscienza: "L'occhio è ...la chiarezza dell'intelletto" .
Nell'alchimia le scintillae vengono combinate insieme a formare l'oro (Sol), nei sistemi gnostici gli atomi di luce vengono reintegrati nella divinità. Sotto il profilo psicologico questa dottrina rimanda al carattere di personalità o di Io dei complessi psichici: i cosidetti complessi in quanto inconsci, in quanto anime parziali posseggono perlomeno una certa "luminosità".
Da questo atomi nasce la monade (e il Lapis con i suoi significati) in accordo con la dottrina di Epicuro, secondo cui anche la divinità è nata dallo scontro degli atomi.
Dorneus nella sua Philosophia meditativa scrive:
"In voi, infatti, e non al di fuori di voi, si troverà tutto ciò che voi cercate fuori voi anziché in voi. Tale è il vizio dell'uomo comune, che disprezza ogni cosa sua propria, per bramare solo ciò che è degli altri...
In noi infatti brilla, seppur oscuramente, una vita, che è la luce degli uomini per così dire delle tenebre, essa non va cercata procedendo fuori di noi, bensì in noi stessi, non proviene da noi, bensì da Colui che si è degnato di prendere anche in noi la sua dimora... Egli ha innestato in noi questa luce affinché potessimo vedere la luce con la luce di Colui che abita nella luce inaccessibile.
La verità va ricercata nell'immagine di Dio che è in noi."
"In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. E la luce splende nelle tenebre"
Giovanni 1.4
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C.G.Jung
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