venerdì 13 febbraio 2015

Qabbalà e alchimia


Una tradizione che bisogna tener presente riguardo al tema della vedova è la Qabbalà. In questo caso la vidua è l'abbandonata Malchuth, come dice Knorr di Rosenroth: "<Almaná> vedova. È Malchuth quando Tifereth non è con lei".
Tifereth (bellezza) é il figlio, e viene interpretato da Reuchlin come microcosmo.
Malchuth (regno, sovranità) è la Domina.
Essa è chiamata anche Shekhinà (Residenza di Dio, Luna, terra, sponsa, matrona, regina coeli, piscina, mare, venter, cerva amorum ecc..) e viene definita virago.
La Sefira Tifereth é il re e perciò, nella consueta gerarchia delle Sephiroth, Tifereth sta nella seguente posizione:
Kether
Tifereth
Yesod
Malchuth
Kether (la corona) corrisponde alla radice, rivolta verso l'alto dell'albero delle Sephiroth, Yesod (fondamento) indica la regione genitale dell'Uomo primordiale il cui capo è Kether.
Secondo il modello archetipo, Malchuth è il principio femminile soggiacente.
In questo mondo malvagio Tifereth non è unito a Malchuth, il messia che dovrà arrivare tornerà però a riunire il re alla regina e attraverso questo Dio potrà ricostituire la sua unità originaria.
Nella Qabbalà sono presenti elaborate fantasie di rappresentazioni dell'unione dell'anima con le Sephiroth del mondo della luce e delle tenebre "giacché il desiderio del mondo superiore verso l'uomo pio è simile al desiderio d'amore che spinge l'uomo verso la donna, quand'egli la chiede in sposa".
Viceversa, la Shekhinà è presente nell'atto sessuale:

"L'absconditus sponsus penetra il corpo della donna e si congiunge con l'abscondita sponsa. Ciò vale anche per l'altro lato del processo, in modo tale che i due spiriti si fondono insieme e si scambiano costantemente tra corpo e corpo.
...Nello stato indistinguibile che ne deriva si può quasi affermare che il maschio non sia con la donna né maschio né femmina, ma che essi sono entrambi l'uno e l'altra. Così si afferma che il maschio è composto dal mondo superiore, quello maschile, e dal mondo inferiore, quello femminile. Lo stesso vale per la donna".

La Qabbalà è stata percepita dall'alchimia in modo sia diretto che indiretto ed è probabile che tra le due ci sia stato un contatto.
Nel trattato De igne et sale di Blasius Vigenerus ci sono parti importanti a proposito della Coniunctio:

"Le Sephiroth finiscono nella Malchuth o Luna, la quale è l'ultimo elemento quando si discende e il primo quando si risale dal mondo elementare. La luna è la via che conduce in cielo, tanto che i pitagorici l'hanno descritta come la terra celeste e come il cielo o l'astro terreno, in quanto nel mondo elementare la natura è inferiore rispetto a quello intellegibile.
Come dice lo Zohar, essa è femminile e passiva, e si comporta come la luna nei confronti del sole. Nella stessa misura in cui la luna si allontana da esso fino a porsi in opposizione anche la sua luce aumenta per noi che ci troviamo in questo mondo inferiore, ma scompare dal lato rivolto verso l'alto.
Al contrario, durante la sua congiunzione col sole, quando è per noi totalmente oscurata, essa risplende in tutto il suo fulgore nel lato rivolto verso l'alto.
Questo per insegnarci che quanto più il nostro intelletto si immerge nelle cose sensibili, tanto più ci si allontana da quelle intellegibili e viceversa".

Quando la luna ci illumina nel suo splendore l'altra faccia è totalmente oscura.
La luna sta al limite del mondo sublunare, dominato dal male, e partecipa non solo al mondo della luce ma anche a quello demoniaco delle tenebre.
Per questo motivo che la sua mutevolezza riveste un'importanza così decisiva sul piano simbolico: essa è duplex e mutabilis come il Mercurio da qui la loro reciproca identificazione nell'alchmia.
Attraverso l'identificazione della Malchuth con la luna si getta un ponte verso l'alchimia e si compie perciò nuovamente quel processo che già molto prima aveva recepito il simbolismo patristico di sponsus e sponsa.
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" C.G.Jung

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