mercoledì 11 febbraio 2015

La degenerazione della moneta


Se ci si attiene solo al semplice punto di vista "economico" com'è inteso oggi, sembra proprio che la moneta sia qualcosa che appartiene interamente al "regno della quantità".
Il punto di vista economico e l'annessa concezione esclusivamente quantitativa della moneta non sono che il prodotto di una degenerazione, in definitiva abbastanza recente.
Inoltre la moneta ha avuto alla sua origine e ha conservato a lungo un carattere completamente diverso ed un valore prettamente qualitativo, per stupefacente che ciò possa sembrare ai nostri contemporanei.
Le monete antiche sono letteralmente coperte di simboli tradizionali, sovente scelti fra quelli che presentano un significato più particolarmente profondo, presso i Celti i simboli raffigurati su di esse trovano spiegazione soltanto se li si rapporta a conoscenze dottrinali caratteristiche dei Druidi: la moneta, là dove esisteva, non poteva di per sé essere la cosa profana che più tardi è divenuta.
Diverse tradizioni consideravano la moneta un oggetto colmo di una "influenza spirituale" la cui azione poteva effettivamente esercitarsi in virtù dei simboli che ne costituivano il normale supporto.
Il controllo sulla moneta, in tempi remoti era prettamente dell'autorità spirituale, perpetuata fino al  più recente Medioevo, cioè fin quando il mondo occidentale ha posseduto una civiltà tradizionale.
In quel periodo alcuni sovrani sono stati accusati di avere "alterato le monete": riferimento particolare a Filippo il Bello dove si avanza l'ipotesi di un rapporto assai stretto tra la distruzione dell'Ordine del Tempio (Templari) e l'alterazione delle monete, cosa che non è difficile da capire se si ammettesse, come molti verosimile, l'idea che i Templari avessero allora, insieme ad altre funzioni, quella di esercitare il controllo spirituale sulle monete.
Se la moneta nell'antichità non avesse inizialmente avuto un valore spirituale, poco sarebbe importato che ci fu un'alterazione che invece assunse un carattare di gravità così eccezionale da arrivare perfino a compromettere la stabilità stessa della potenza reale, usurpando le prerogative dell'autorità spirituale, la quale è l'unica fonte autentica di ogni legittimità.
E dunque ciò che è accaduto nel caso della moneta è accaduto per tutte le cose che svolgono una qualche funzione nell'esistenza umana: sono state cioè spogliate a poco a poco di ogni carattaristica "sacra" o tradizionale, per cui quella stessa esistenza, nel suo insieme, è diventata del tutto profana e si è infine ridotta alla bassa mediocrità della vita ordinaria quale é visibile al giorno d'oggi.
In una civiltà tradizionale al contrario ciascun oggetto, oltre ad essere perfettamente appropriato all'uso a cui era destinato, era fatto in modo che ad ogni istante, proprio perché se ne faceva realmente uso, poteva servire da "supporto" di meditazione, il quale ricollegava l'individuo a qualcosa di diverso dalla semplice modalità corporea, ed aiutava ciascuno ad elevarsi ad uno stato superiore a seconda delle sue capacità.
Quale abisso fra questi due modi di concepire l'esistenza umana!
Oggi si è arrivati a stimare un oggetto solo attraverso il suo prezzo, considerato unicamente come una "cifra" o "somma", o una quantità numerica di moneta..
Si stima un oggetto secondo il suo prezzo, ma anche l'uomo secondo la sua ricchezza.
La moneta dopo aver perduto ogni garanzia di ordine superiore, ha visto il suo stesso valore quantitativo (potere d'acquisto) ridursi senza posa continuando a scendere senza limiti fin quando non avrà più valore.
La sicurezza della "vita ordinaria" è in realtà qualcosa di molto precario:
Il termine reale della tendenza che conduce gli uomini e le cose verso la quantità pura non può essere che la dissoluzione finale del mondo attuale.
Vedi anche: Il simbolo del Dollaro
Tratto da "Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi" R.Guenon

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