Il termine sanscrito mûla, applicato a Prakriti si riferisce al principio vegetativo, un'allusione alla radice a partire dalla quale si sviluppa la manifestazione e nella tradizione indù della natura «asurica» del vegetale il quale immergere le sue radici nel supporto oscuro del mondo, la sostanza il polo tenebroso dell'esistenza.
Non abbiamo niente di meglio nelle lingue occidentali attuali del termine "sostanza" in quanto principio univesale, è la potenza pura in cui niente è distinto o "attualizzato", o che costituisce il "supporto" passivo di ogni manifestazione, o sostanza universale.
Gli scolastici dopo Aristotele hanno distinto la materia prima e la materia secunda: la loro materia prima è la sostanza universale, mentre la materia secunda è la sostanza in senso relativo.
La materia secunda costituisce il lato potenziale di un mondo o di un essere, non è mai potenza pura; di potenza pura non c'è che la sostanza universale, la quale non soltanto si situa al di sotto del nostro mondo, ma al di sotto dell'insieme di tutti i mondi e di tutti gli stati compresi nella manifestazione universale.
La sostanza universale è il solo principio che possa dirsi propriamente «inintellegibile», non perché si sia incapaci di conoscerlo, ma perché, in effetti in esso non vi è niente da conoscere.
Non è nel lato sostanziale che bisogna cercare la spiegazione delle cose, bensì al contrario dal lato essenziale, il che si può tradurre, in termini di simbolismo spaziale, dicendo che qualsiasi spiegazione deve procedere dall'alto verso il basso e non il contrario.
La scienza moderna si riferisce esclusivamente al mondo sensibile (basso verso l'alto) quindi la loro materia non si può accomunare alla materia secunda, e le loro considerazione non possono aver a che fare con la materia prima perché se così fosse sarebbe sprovvista di qualsiasi proprietà e non si manifesterebbe in alcun modo, addirittura non sarebbe assolutamente niente di quanto i loro sensi possono percepire, mentre appunto loro definiscono materia tutto ciò che cade sotto i loro sensi.
Lo "scientismo" moderno pretende di eliminare ogni "mistero" ma il senso volgare di questo termine è ciò che c'è di oscuro e di meno intellegibile.
I fisici moderni sono arrivati per una specie di "logica dell'errore" a confondere la qualità e la quantità attribuendo quest'ultima alla loro materia finendo per porre tutta la realtà in essa.
La materia secunda del nostro mondo, tuttavia, non può essere priva di qualsiasi determinazione, perché, se così fosse, si confonderebbe con la materia prima nella completa "indistinzione".
Tutto ciò che esiste in questo mondo è necessariamente sottomesso alla quantità e si può dunque affermare che la quantità non è che un presupposto necessario ma che non spiega nulla, bisogna assolutamente astenersi dall'attribuirle un'importanza diversa da quella che ha, cioè di base senza dimenticare che la base per definizione è ciò che è situato a livello più basso.
Tratto da "Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi" di R. Guenon
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