venerdì 19 dicembre 2014

Ampliamento della coscienza




La psicologia junghiana si fonda su un proprio concetto di energia psichica, che, come tutti i processi energetici, ha origine da una bipolarità o presuppone una polarità di opposti.
La separazione in due aspetti opposti precede dunque ogni comprensione cosciente:
Nel momento in cui sta per varcare la soglia della coscienza, un contenuto inconscio tendea scindere in due aspetti opposti, come si può osservare nei sogni.
Ciò indica che questo contenuto è giunto allo stadio che precede immediatamente il suo emergere nella coscienza.
Finché gli opposti restano fusi in una unità indivisa, ogni processo conscio è impossibile.
D'altra parte non si può concepire un processo psichico che non sia sotteso da una dualità o polarità.
Dal punto di vista dell'Oriente lo scopo ultimo è il ritorno a uno stato di unità simile a quello che precede la separazione in coppie di opposti.
In questa prospettiva, l'illuminazione, che l'insegnamento e la filosofia buddhista chiamano Bodhi e il buddhismo Zen Satori, è un movimento della coscienza per ritrovare, attraverso una sorta di visione intuitiva, l'unità che ha preceduto la separazione.
È il ritorno al di là degli opposti, alla condizione di totalità preconscia.
Ma prima di riunire bisogna separare: la separazione degli opposti è un atto positivo e creativo.
La separazione corrisponde a un atto di discriminazione assolutamente necessario per conseguire un potenziamento, e quindi una differenziazione della coscienza.
Non solo il primo passo, ma anche ciascuno degli stadi successivi verso un progresso della coscienza sono preceduti da una separazione degli opposti.
Nell'individuo il bisogno di ampliare il campo della coscienza si manifesta in continuazione. L'accesso a un punto di vista più ampio e lucido viene avvertito a livello soggettivo come l'improvviso spalancarsi di porte che lasciano entrare un'aria di nuovo respirabile.
I giovani per esempio, dicono di sentirsi "soffocare" dai genitori. 
La partecipation mystique, l'identità inconscia con la famiglia, sono in una prima fase normali e benefiche, come il liquido amniotico in cui l'embrione deve evolversi per un certo tempo: ma quando hanno svolto il loro ruolo diventano asfissianti ed emerge il bisogno di muoversi in uno spazio più vasto.
La stessa esperienza può capitare a persone che vivono in piccoli paesi o all'interno di gruppi ristretti o in una tribù...si sentono improvvisamente soffocare.
Queste esperienze interiori inducono molto spesso trasformazioni esteriori.
Secondo Jung si può parlare di proiezione ogniqualvolta si manifesti una perturbazione dell'idea arcaica fra soggetto e oggetto.
Finché le opinioni che posso avere su qualcosa, che si tratti dell'essenza della materia o del carattere del mio vicino, sembrano in armonia con il comportamento dei fatti o della persona in questione, io sono nell'impossibilità di capire se vi è una proiezione da parte mia, poiché il comportamento dell'oggetto sembra collimare con l'opinione che ne ho.
Soltanto quando, per un motivo o per l'altro, comincio ad avere la sensazione che quel che affermo non sia del tutto corretto, quando provo una sorta di disagio nel ribadirlo, oppure emergono dei fatti contrastanti con le mie convinzioni, posso cominciare a chiedermi se si tratti di una proiezione: "E se la realtà fosse diversa?"
Quando siamo assaliti da questi dubbi, nell'inconscio è già presente una nuova idea sull'oggetto in questione, si è sviluppato un nuovo punto di vista che ha soppiantato l'antica visione delle cose.
La nuova concezione, che emana dall'inconscio, si sviluppa dapprima in modo sotterraneo, e a un certo punto il precedente punto di vista cade come un vecchio involucro; è in questo momento che si può, si deve, anzi, prendere coscienza della proiezione.
Come mai gli individui, i gruppi, o persino le nazioni devono superare certe proiezioni? Perché la stessa cosa avviene nella sfera scientifica, e perché ciascuna epoca propone nuovi punti di vista? Possiamo soltanto costare che, dopo un certo tempo, si manifesta il bisogno inconscio di un atteggiamento nuovo che, un bel giorno, trasformerà la situazione cosciente.
Ogni visione della realtà, religiosa o scientifica, è un sistema per regolamentare le cose e i rapporti con esse.
Ma proprio perché è un sistema destinato a mettere ordine nel caos, interiore ed esteriore, con il quale deve confrontarsi il nostro complesso dell'Io, questo processo ha dei limiti:
Ciò spiega probabilmente perché, dopo un certo tempo, l'ordine è sentito come una prigione.
Per sintetizzare si potrebbe dire che ogni ipotesi scientifica è uno strumento per ampliare il campo della coscienza; dopo un certo tempo, però, essa limita l'evoluzione futura.
Questo processo richiede molto tempo poiché lo spirito umano tende un po' troppo ad aggrapparsi ai suoi vecchi schemi, arrivando addirittura a deformare i fatti per salvaguardarli.
Gli uomini si attaccano emotivamente alle loro ipotesi di lavoro o opinioni varie come se si trattasse di verità eterne, al punto che esse diventano un ostacolo allo sviluppo futuro della coscienza nella misura stessa in cui precedentemente l'avevano stimolata.
Questo accade poiché si fondano su strutture archetipiche e si rischia di rimanere affascinati dal loro potere.
Ecco perché l'infrangersi della prigione che esse costituiscono è sentito come una liberazione, come il dischiudersi di nuove possibilità di vita (...Che spesso fa più paura della prigione stessa).
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz

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