mercoledì 12 novembre 2014

I due creatori dal punto di vista taoista, biblico e gnostico


Nel taoismo cinese e anche nella forma cinese del buddhismo, il ch'an per esempio, si mette in primo piano lo stato preconscio e i suoi insight, la sua oscura percezione globale delle cose, che essi pongono al di sopra di ogni coscienza culturale, con le sue attività intellettuali ed etiche. Anche il grande conflitto della cultura cinese fra confucianesimo e taoismo si fonda su questa dualità: il confucianesimo insiste sull'importanza di un ordine e di un comportamento sociale ed etico, mentre il taoismo afferma che essenziale è la percezione individuale preconscia, istintiva,  della totalità.
Nella Bibbia il nome Elohim appare quando l'uomo viene creato: « Facciamo l'uomo...».
Non si è mai potuto appurare chi fosse Elohim, se rappresentasse un secondo dio affianco di Yahweh, con tutte le complicazioni teologiche che ciò comporterebbe.
Il verbo che accompagna le azioni di Elohim è in genere al singolare, benché il suffisso della parola Elohim sia plurale.
Se noi ammettiamo che Elohim rappresenti la totalità preconscia, tutto appare chiaro, poiché questa totalità è una molteplicità nel senso che rappresenta la totalità conscio-inconscio e contiene quindi tutti gli archetipi.
Una molteplicità-unità che, in un certo senso, è nello stesso tempo identica e non identica a Yahweh, il creatore attivo presente nella seconda versione della creazione.
Diverse sette gnostiche credevano in Elohim, un dio di rango molto elevato che era buono, di natura totalmente spirituale, e non aveva partecipato in alcun modo alla creazione; essa era l'opera del cattivo Yahweh, che consideravano una figura luciferina e diabolica.
Questo spiegava perché la creazione fosse maligna, cosicché, secondo questo insegnamento il Cristo era dovuto scendere sulla terra per redimere gli esseri umani e riportare le loro anime a Elohim, il Dio supremo e buono che non aveva contribuito alla creazione.
Questa dottrina eretica si ricollega a quell'unica frase della Genesi citata sopra.
Vediamo così che, in contrasto al valore straordinariamente positivo che noi attribuiamo alla creazione, vale a dire alla coscienza, esisteva fin da allora un'altra valutazione secondo la quale il creatore passivo, colui che si ritirava, che restava al di fuori, era positivo, mentre l'altro, il creatore attivo, che compiva l'atto della creazione, era un agente diabolico e distruttivo.
Quest'idea gnostica si fonda su un'esperienza negativa della realtà, che viene sentita come malvagia.
È probabile che questo mito gnostico abbia subito una certa influenza dell'Estremo Oriente.
La dottrina buddhista considera negativamente la realtà esterna e la coscienza dell'Io. Liberarsene è lo scopo della vita. In altre civiltà rileviamo tendenze analoghe a considerare la creazione come un terribile errore, che non sarebbe mai dovuto accadere, a ritenere che fu l'Ombra di Dio a indurlo a creare e che, se Egli fosse stato cosciente di quel che faceva, non avrebbe prodotto quella miserabile realtà.
Molto spesso nei miti la totalità preconscia diventa il dio dei morti: la morte non è soltanto la fine della vita, ma un'altra forma di esistenza nell'aldilà dove i morti continuano a vivere con il dio Nero, nel senso della totalità preconscia.
La dottrina gnostica degli ofiti, per esempio, si fonda sull'idea di due salvatori, due Adami: l'uomo originario, creato prima che esistesse il tempo (l'uomo inconscio), e un essere umano che, attraessero l'acquisizione della gnosi (la coscienza), rinasce come uomo spirituale (pneumatico) e diventa identico al primo uomo.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz

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