È d'importanza vitale dar forma, concretamente, plasticamente o verbalmente, a quel che emerge dall'inconscio:
alcuni potranno esprimere questi contenuti con la parola, altri li potranno tradurre in atti, simboleggiare, recitare, dipingere oppure ricorreranno alla scultura, alla danza alla musica.
Attraverso questo procedimenti l'immaginazione attiva consente di manifestare i contenuti che non possono essere espressi in altro modo.
Nel suo scritto il bambino dotato, Jung osserva che, fin dai primi anni, questo tipo di bambino è spesso assorto nelle sue fantasie interiori. Può apparire stupido, idiota, o assente, ma in realtà cerca di salvaguardare la sua intimità interiore, per poter continuare a dare libero corso alla sua immaginazione.
Jung aggiunge:
È chiaro che la semplice esistenza di un'immaginazione viva o di interessi peculiari nel bambino non costituisce di per sé la prova di doni particolari, poiché fantasie confuse e strani interessi prevalgono anche nell'anamnesi di nevrotici e psicoidi.
Bisogna dunque essere capaci di distinguere fra immaginazione intelligente e un'immaginazione malata.
Un buon criterio di discriminazione si fonda sull'originalità, sulla coerenza, sulla forza e sulla sottigliezza della struttura immaginaria, oltreché sulle sue possibilità latenti di realizzazione.
Bisogna tener conto dell'importanza che questa immaginazione ha nella vita concreta del bambino, per esempio sotto forma di passatempi prediletti e di altri interessi ai quali egli consacra sistematicamente il suo tempo.
I fattori: originalità, coerenza, forza e sottigliezza indicano efficacemente la differenza esistente fra la persona dotata di immaginazione creativa e quella che produce soltanto assurdità nevrotiche.
L'elemento della continuità nell'interesse dell'individuo verso la propria creazione immaginativa è molto importante è costituisce la linea di demarcazione fra colui che è dotato di immaginazione creativa e colui che è sommerso dalla presenza di materiali inconsci sterili e si lascia trascinare in tutte le direzioni.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz
alcuni potranno esprimere questi contenuti con la parola, altri li potranno tradurre in atti, simboleggiare, recitare, dipingere oppure ricorreranno alla scultura, alla danza alla musica.
Attraverso questo procedimenti l'immaginazione attiva consente di manifestare i contenuti che non possono essere espressi in altro modo.
Nel suo scritto il bambino dotato, Jung osserva che, fin dai primi anni, questo tipo di bambino è spesso assorto nelle sue fantasie interiori. Può apparire stupido, idiota, o assente, ma in realtà cerca di salvaguardare la sua intimità interiore, per poter continuare a dare libero corso alla sua immaginazione.
Jung aggiunge:
È chiaro che la semplice esistenza di un'immaginazione viva o di interessi peculiari nel bambino non costituisce di per sé la prova di doni particolari, poiché fantasie confuse e strani interessi prevalgono anche nell'anamnesi di nevrotici e psicoidi.
Bisogna dunque essere capaci di distinguere fra immaginazione intelligente e un'immaginazione malata.
Un buon criterio di discriminazione si fonda sull'originalità, sulla coerenza, sulla forza e sulla sottigliezza della struttura immaginaria, oltreché sulle sue possibilità latenti di realizzazione.
Bisogna tener conto dell'importanza che questa immaginazione ha nella vita concreta del bambino, per esempio sotto forma di passatempi prediletti e di altri interessi ai quali egli consacra sistematicamente il suo tempo.
I fattori: originalità, coerenza, forza e sottigliezza indicano efficacemente la differenza esistente fra la persona dotata di immaginazione creativa e quella che produce soltanto assurdità nevrotiche.
L'elemento della continuità nell'interesse dell'individuo verso la propria creazione immaginativa è molto importante è costituisce la linea di demarcazione fra colui che è dotato di immaginazione creativa e colui che è sommerso dalla presenza di materiali inconsci sterili e si lascia trascinare in tutte le direzioni.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz
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