Nella cultura giapponese lo spazio non esiste come entità fisica, ma è percepito principalmente in relazione allo scorrere del tempo. L'esempio più significativo di questo approccio si riscontra nella costante attività di ricostruzione applicata ogni vent'anni al suggestivo santuario schintoista Ise-Jingu nella città di Ise.
I santuari del complesso vengono smantellati e ricostruiti sempre identici.
La definizione stessa del MA vuole che l'esistenza reale di tutte le cose non corrisponda ad una realtà fisica: prevalgono invece l'esperienza del luogo e l'evocazione poetica dello spazio nella sua bellezza connessa con la natura.
Più che conservare la materia prevale la volontà di trasmettere la tecnica costruttiva e l'abilità di realizzarla.
" A Ise-Jingu nell'area dove sorge un tempio vi sono due luoghi che vengono occupati alternativamente: mentre il tempio è ancora robusto, nel sito adiacente ne viene costruito uno identico per poi procedere alla demolizione della prima costruzione, una volta compiuto il rituale del "sengu" con cui il corpo del Dio viene trasferito in un nuovo tempio.
Così facendo una religione dedita al culto rituale della bellezza come lo schintoismo raggiunge la sua massima espressione.
Allo stesso tempo non esiste un metodo più chiaro per esprimere il passaggio delle generazioni di quello che si coglie in opere realizzate con materiali e metodi costruttivi del tutto temporali....
Ciò che si tramanda attraverso questi templi non è la fisica sostanza di un edificio ma uno stile in sé e una tradizione spirituale.
Ise-Jingu ha conservato attraverso le generazioni una sensibilità che predilige la bellezza della semplicità, la fresca vitalità e la grazia nelle pure espressioni.
Se il pensiero occidentale ha il suo perno nella coscienza individuale, quello giapponese nutre una visione panteistica della natura e una fede in divinità che possono risiedere in ogni luogo dell'Universo.
Un fiore è di ciò la metafora ideale, poiché i suoi petali si disperdono dopo aver raggiunto la massima bellezza.
Per quanto si possa pregare per il permanere di questa bellezza, nulla nel nostro mondo è immortale e nulla meglio si adatta al nostro anelito per l'eterno di quanto svanisce in un attimo."
Tratto da: "Giappone Tutela e conservazione di antiche tradizioni" O.Niglio, K.Kuwakino
I santuari del complesso vengono smantellati e ricostruiti sempre identici.
La definizione stessa del MA vuole che l'esistenza reale di tutte le cose non corrisponda ad una realtà fisica: prevalgono invece l'esperienza del luogo e l'evocazione poetica dello spazio nella sua bellezza connessa con la natura.
Più che conservare la materia prevale la volontà di trasmettere la tecnica costruttiva e l'abilità di realizzarla.
" A Ise-Jingu nell'area dove sorge un tempio vi sono due luoghi che vengono occupati alternativamente: mentre il tempio è ancora robusto, nel sito adiacente ne viene costruito uno identico per poi procedere alla demolizione della prima costruzione, una volta compiuto il rituale del "sengu" con cui il corpo del Dio viene trasferito in un nuovo tempio.
Così facendo una religione dedita al culto rituale della bellezza come lo schintoismo raggiunge la sua massima espressione.
Allo stesso tempo non esiste un metodo più chiaro per esprimere il passaggio delle generazioni di quello che si coglie in opere realizzate con materiali e metodi costruttivi del tutto temporali....
Ciò che si tramanda attraverso questi templi non è la fisica sostanza di un edificio ma uno stile in sé e una tradizione spirituale.
Ise-Jingu ha conservato attraverso le generazioni una sensibilità che predilige la bellezza della semplicità, la fresca vitalità e la grazia nelle pure espressioni.
Se il pensiero occidentale ha il suo perno nella coscienza individuale, quello giapponese nutre una visione panteistica della natura e una fede in divinità che possono risiedere in ogni luogo dell'Universo.
Un fiore è di ciò la metafora ideale, poiché i suoi petali si disperdono dopo aver raggiunto la massima bellezza.
Per quanto si possa pregare per il permanere di questa bellezza, nulla nel nostro mondo è immortale e nulla meglio si adatta al nostro anelito per l'eterno di quanto svanisce in un attimo."
Tratto da: "Giappone Tutela e conservazione di antiche tradizioni" O.Niglio, K.Kuwakino
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