Più aumenta la sua carica, più l’atteggiamento repressivo assume carattere fanatico e si avvicina quindi al capovolgimento nel contrario, alla cosidetta enatiodromia.
Maggiore è la carica della coscienza collettiva, più l’Io perde la sua importanza pratica.
Esso in un certo qual modo viene assorbito dalle opinioni e dalle tendenze della coscienza collettiva: il risultato è l’uomo massa, che si identifica in qualche “ismo”.
L’Io conserva la sua autonomia soltanto se sa mantenere una posizione equidistante tra gli estremi.
Questo però è possibile solo se l’Io è cosciente di ciò che “succede” intorno a lui.
Capi sociali, politici e religiosi concorrono a rendergli difficile di emettere un giudizio , tutti vogliono che la decisione cada in favore di un’unica cosa, vogliono l’identificazione assoluta dell’individuo con una “verità” necessariamente unilaterale.
L’uomo del passato ,come quello medievale, non era caduto in preda alla mondanità perché riconosceva che oltre alle potenze manifeste tangibili di questo mondo c’erano anche quelle metafisiche ugualmente influenti che non poteva trascurare, l’uomo di massa moderno invece è preda di un’unilateralità di concezioni dotate di fondamento scientifico.
Queste concezioni si riferiscono tutte quante alla conoscenza dell’oggetto esterno, trascurando così la conoscenza di sé che in questo modo così unilaterale, diventa il problema principale dell’era moderna.
Invece vi sono fattori psichici obbiettivi la cui importanza pratica non è minore, per non dir altro, di quella dell’automobile o della radio.
La condizione psichica è minacciata da pericolose identità della coscienza soggettiva con la coscienza collettiva.
Un’identità del genere produce infallibilmente una psiche di massa con la sua inarrestabile tendenza alle catastrofi.
Per fuggire a questa terribile minaccia la coscienza soggettiva deve evitare l’identificazione con la coscienza collettiva riconoscendo sia la propria ombra sia l’esistenza e l’importanza degli archetipi.
Gli archetipi rappresentano una protezione efficace contro la strapotenza della coscienza sociale e della psiche di massa che questa comporta.
L’archetipo può rivelarsi un grande aiuto per il suo fattore spirituale ma anche un gran pericolo a causa della sua parte oscura e celata quindi l’uomo è destinato a svolgere nella sua vita un ruolo decisivo nel dissolvere questo enigma , grazie alla sua coscienza che è sorta come una luce nel buio abisso del mondo primigenio.
La massificazione che deriva dal rifiuto di questo sforzo di coscienza, distrugge il senso dell’individuo e quindi anche il senso della civiltà in generale.
La psiche se perde l’equilibrio può distruggere anche la sua stessa creazione e per evitarlo l’individuo e anche la società necessita dell’attenta considerazione dei fattori psichici.
Lo sviluppo mal diretto della psiche conduce alla distruzione di massa.
La psicologia è “farsi coscienza” del processo psichico, ma in senso più profondo, e ciò culmina necessariamente nel processo evolutivo caratteristico della psiche, che consiste nell’integrazione dei contenuti suscettibili di diventare coscienti.
Questo processo significa il “farsi totale” dell’uomo psichico, le cui conseguenze sono tanto singolari quanto difficili da descrivere per la coscienza dell’Io.
Non è possibile descrivere adeguatamente il mutamento del soggetto sotto l’influenza del processo d’individuazione.
Si tratta infatti di un evento relativamente raro che sperimenta solo colui che ha vissuto fino in fondo il faticoso confronto – faticoso ma ineliminabile ai fini dell’integrazione dell’inconscio – con le componenti inconsce della personalità.
Il faccia a faccia con l’ombra potrebbe conseguire il pericolo di potersi perdere o inflazionare l’Io in una forma di fanatismo. Potrebbero quindi venire alterati non solo i contenuti inconsci ma anche l’Io e di conseguenza l’uomo potrebbe perdersi.
Una delle componenti fondamentali è la scintilla dell’anima, quel barlume di luce divina che non brilla mai tanto come quando deve farsi valere contro l’assalto delle tenebre. Che sarebbe mai l’arcobaleno se non si ergesse sullo sfondo di una nuvola scura?
Pensiamo ai koan del buddhismo zen, che rischiarano come un lampo i rapporti quasi imperscrutabili esistenti tra l’Io e il Sé.
San Giovanni della Croce che parla di “notte oscura dell’anima”.
Il processo di individuazione è un fenomeno limite della psiche e richiede condizioni particolarissime per diventare cosciente. Si tratta forse della fase iniziale d’uno sviluppo di cui un’umanità futura imboccherà la via.”
Fonte: C.G. Jung da“La dimensione psichica”
L'Uomo Sapiens deve necessariamente passare a Uomo Spirituale se vuole sopravvivere allo stato di uomo massa e se non vuole la propria prossima estinsione.
Abbiamo la più alta tecnologia ma abbiamo dimenticato l'Amore.
Abbiamo solo appigli materiali e esterni e abbiamo dimenticato che il proprio "centro" è in noi stessi solo così nulla può distruggere la propria serenità interiore.
Stiamo dimenticando la bellezza delle cose semplici perchè ormai non contempliamo più un tramonto ma abbiamo la tv lcd che ci aspetta.
Jung aveva capito che la vera sventura dell'uomo moderno è il fatto che si sta lobotomizzando in una realtà che non permette via di uscita, non appena accade qualcosa all'esteno di noi perdiamoi riferimenti, ci sentiamo persi....
Chi trova se stesso non si sente mai perso, nel proprio cammino ci si può smarrire, ma quando puoi contare su di te, ritrovi sempre la via verso la luce....
Nessun commento:
Posta un commento