lunedì 22 settembre 2014

L'interpretazione junghiana dei sogni



"Al nostro cielo spirituale corrispondeva, per gli Egizi, un'atmosfera emotiva di esperienza religiosa, e la nostra realtà materiale era sostituita dalla realizzazione concreta di ciò che noi considereremmo di natura spirituale".
Non sempre certi contenuti riescono a superare la soglia tra i due mondi (spirituale e materiale) senza subirne modificazioni.
Analogamente quando ci si sveglia si ricorda un sogno molto luminoso, ricco di colori, emozioni, sfumature; tuttavia se vogliamo trascriverlo si riesce a riprodurre soltanto un miserabile frammento che è ben lungi dal riflettere la ricchezza dell'esperienza onirica che ancora si sta assaporando ma non si è in grado di ricostruire in modo appropriato.
Oppure accade di fare sogni che illuminano, dando la sensazione di aver tutto capito in un lampo e di aver colto le connessioni più concrete, mente al mattino si ricorda solo di aver trovato la soluzione durante la notte e tutto il resto si è dissolto.

Varcare la soglia comporta tante difficoltà anche perché la nostra coscienza è strutturata in modo da rappresentare le cose in un ordine spaziotemporale che non sembra esistere nei contenuti che appaiono nell'inconscio, dove le cose sembrano emergere simultaneamente.
Possiamo perciò partire all'ipotesi secondo cui nell'inconscio esistono quella che Jung definisce relatività del tempo e dello spazio e una certa simultaneità spaziotemporale di tutto il contenuto, il che corrisponde inoltre a certe esperienze mistiche.
Probabilmente è la differenza qualitativa che presentano i contenuti psichici, secondo che siano ancora nell'inconscio o abbiano varcato la soglia della coscienza, a determinare in parte le difficoltà della soglia. Infatti, se i due sistemi psichici, il campo della coscienza da un lato e quel che denominiamo l'inconscio dall'altro, fossero qualitativamente analoghi, un contenuto non incontrerebbe alcuna difficoltà a emergere dall'inconscio.
Il fatto che un contenuto quando varca la soglia e diviene inconscio e viceversa quando ritorna nella coscienza ne risulta in entrambi i casi modificato nella sua qualità, autorizza a pensare che l'inconscio sia come un campo un medium un "qualcosa", cioè esista.
I fenomeni della soglia ci inducono a pensare che l'inconscio sia una realtà di per sé, quando questi contenuti ci pervengono impoveriti dopo aver superato la soglia della coscienza, dobbiamo amplificarli -arricchirli- di nuovo per comprenderli.
Ad esempio nel caso dei sogni.
L'arricchimento avviene mediante l'associazione, associare significa fare una sorta di  tuffo. È fondamentale concentrarsi in modo particolare sulle qualità affettive ed emotive, evitando le definizioni.
Bisogna sforzarsi di ricreare la ricchezza originale di quel che trasmette l'immagine onirica. Ecco perché si ricorre all'amplificazione, che è lo strumento più appropriato che significa cercare di riattraversare la soglia spingendosi il più lontano possibile, per rivivificare tutte le idee, i sentimenti e le reazioni emotive che si è avuto su qualcosa.
È a questo stadio, secondo il metodo di Jung, è nel momento in cui abbiamo rivivificato il sogno, collocandolo nella matrice emotiva da cui è scaturito, che possiamo tentare l'interpretazione: sforzarci di ricostruire il contesto, il suo messaggio centrale, il suo significato.
(per esempio se sogniamo un amico non ci soffermiamo alla figura dell'amico ma anche a ciò che rappresenta per noi, che tipo di emozioni abbiamo per lui, che significa nella nostra vita ecc..contestualizzandolo al sogno ecc).
Jung chiedeva: «dite in una frase quel che significa il sogno! In una sola frase!» infatti la parte più difficile dell'interpretazione è trasmettere il senso in un linguaggio umano semplice e diretto per centrarlo perfettamente dopo aver associato e ampliato nell'interpretazione.
Una lettera o un telegramma non è semplicemente un insieme di lettere e di parole, ma un messaggio ben preciso, il sogno non è soltanto un insieme di immagini che sfilano davanti agli occhi, ma racchiude un messaggio ben preciso.
Attraverso l'amplificazione dei suoi elementi si soddisfano i bisogni emotivi dell'inconscio, il secondo passo consiste proprio nel riassumere il sogno in modo semplice e comprensibile per soddisfare, rafforzare e illuminare il complesso dell'Io.
Realizzando queste due fasi nell'interpretazione dei sogni, trattiamo in modo corretto il problema dell'incompatibilità tra la personalità cosciente e la personalità inconscia.
Il complesso dell'Io ha una certa tendenza a respingere il complesso inconscio e occorre una grande forza perché i due si congiungano.
Ma all'improvviso questa unione avviene: il soggetto sente che le cose sono al posto giusto e ne esce arricchito.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz

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