venerdì 4 luglio 2014

La cerimonia del tè

Il giardino della cerimonia del tè cerca di realizzare una spiritualità sublime in maniera originale.
Esso occupa lo stretto pezzo di terra che si estende dalla porta d'ingresso fino alla casa da tè e prioprio per questo si chiama giardino "roji" che significa letteralmente "terra per il passaggio". Ogni minimo dettaglio di questo spazio, sin dall'antichità, era accuratamente controllato ed i maestri del tè svilupparono, grazie alla loro particolare capacità estetica, una raffinata tecnica per trasformare il piccolo "giardino-passaggio" in un grande teatro del mondo.
L'origine della cerimonia del tè risale al rituale del bere il tè nei templi zen intorno al XV secolo.
Si diffuse poi anche tra la classe dei samurai, influendo lo sviluppo di molte arti: dalla pittura alla ceramica, alla calligrafia ecc..
La cerimonia del tè consiste nell'offrire agli ospiti, radunati nella casa, una tazza di tè verde in polvere secondo un preciso rituale.
La stanza, appositamente creata per la cerimonia, è di solito piccola ed estremamente sobria. In essa si entra senza poter portare armi attraverso una stretta porta tenuta volutamente bassa in modo tale che ognuno debba inchinarsi prima di entrare, il che simboleggia lo spirito di assoluta uguaglianza mantenuto durante la cerimonia.
Ogni cerimonia viene considerata il primo e l'ultimo incontro nella vita. Il maestro del tè manifesta la sua massima ospitalità tramite raffinatezza e la cura delicata alla preparazione, mentre gli invitati sono profondamente grati per tale accoglienza e godono del tè come se fosse l'ultimo della loro vita.
Questa cerimonia può essere considerata come una battaglia spirituale, combattuta, a rischio della vita, nello spazio semplice in cui ha valore solamente la forza d'animo.
Prima di entrare nella stanza del tè gli invitati si dirigono verso lo "tsukubai", una bacinella di pietra in cui ci si lava la bocca e le mani, in accordo con lo spirito stesso dello Shintoismo e del Buddismo che chiede ai fedeli di purificarsi dai peccati con abluzioni in acqua, prima di entrare nel tempio.
In questa cerimonia l'ospite e gli invitati trascorrono insieme un momento carico di tensione, ma, allo stesso tempo, il più sereno della loro vita. Non essendoci la certezza di rivedersi, ognuno si comporta con la massima onestà e serietà godendosi, con l'anima calma di chi è preparato a morire, una tazza di tè degna di accompagnare l'ultimo momento dell'esistenza.
Tratto da "Giappone Tutela e conservazione di antiche tradizioni"

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