venerdì 18 gennaio 2019

Zarathustra: frasi scelte per Nell'AniMo Antico (parte 3)

"...Ciascuno impari la solitudine...nodoso e ricurvo in duttile durezza, dovrà stare... in riva al mare, faro vivente di vita invincibile."

"Là, dove le tempeste in mare giù precipitano, e la proboscide del monte beve l'acqua, là ciascuno dovrà avere le sue veglie giorno e notte, a sua prova e conoscenza...."

"E per suo amor e per amore di quelli che sono come lui, bisogna che io compia me stesso..
Affinché nessuno riesca a vedere fin nel fondo di me stesso e della mia volontà ultima, - a questo fine ho inventato per me il lungo silenzio luminoso...."

"Tu, cielo taciturno invernale dalla barba di neve, tu, candida testa da gli occhi tondi su di me! Oh, tu similitudine celeste dell'anima mia..
..io mostro solo il ghiaccio e l'inverno delle mie cime - e non  che la mia montagna si cinge anche di tutti i cinti solari!"

"Come potrebbero sopportare la mia felicità, se non la circondassi di incidenti e miserie invernali e di cappe d'orso polare e di veli di cielo nevoso!
Questa è la saggia protervia e volontà buona dell'anima mia: di non nascondere il suo inverno e le sue tempeste di gelo; nemmeno i lividi del gelo essa nasconde."

"La solitudine dell'uno è la fuga del malato; la solitudine dell'altro è la fuga dal malato."

"Ma a te, pazzo, do questo insegnamento per congedo: dove non è più possibile amare, bisogna - passare oltre!
Là la migliore saggezza è tacere e passare oltre... là tutti parlano e nessuno fa attenzione... tutti parlano presso di loro, nessuno è più capace di intendere."

"Tutto va a finire nell'acqua, nulla più in profonde sorgenti."

"Si disimpara a conoscere gli uomini, se si vive tra gli uomini: troppo in tutti gli uomini è solo facciata, - a - ce servono, tra loro, occhi che mirano e cercano nella lontananza!... non ne trovai uno che non fosse povero di spirito..."

"Chi non è capace di comandare a se stesso, ha da obbedire.
E vi sono certi che sanno comandare a se stessi, ma molto ci manca a che sappiano anche obbedire a se stessi."

"Essere veri - pochi ne sono capaci! E chi ne è capace, non vuole ancora esserlo! Meno di tutti, però, ne son capaci i buoni.
Ah, questi buoni! - uomini buoni non dicono mai la verità; sicché, per lo spirito, la bontà è una malattia.
Cedono, questi buoni, si concedono, il loro cuore è fatto per ripetere, dal profondo essi obbediscono: ma chi obbedisce, non dà ascolto a sé stesso!"

"Io parlo troppo rude e sincero per coniglietti dal serico pelo"

"Bisogna imparare ad amare se stessi - questa è la mia dottrina - di un amore sano e salutare: tanto da sopportare di rimanere presso se stessi e non andare vagando in giro...
Invece è l'uomo che è per se stesso un grave fardello! E questo perché si trascina dietro sulle spalle troppe cose estranee."

"E in verità, anima mia...
La tua bontà,... non vuole lamentarsi né piangere: e tuttavia, anima mia, il tuo sorriso anela le lacrime, e la tua bocca tremante il singhiozzo."

"Non è ogni pianto un lamento? E ogni lamento un'accusa?"


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