Anima crea ricettacoli in ogni luogo, in qualunque luogo, per il fatto stesso di entrarvi dentro.
Lo strumento con cui lo fa è la fantasia.
I fenomeni prendono vita e diventano portatori di anima attraverso le nostre fantasie immaginose su di essi.
Quando non abbiamo fantasie sul mondo, il mondo è oggettivo, morto....
La fantasia non è semplicemente un processo interiore che avviene nella mia testa: è un modo di essere nel mondo e di restituire al mondo l'anima.
Il tentativo di riappropriarsi dell'anima sottraendola alla vita esterna, priva il "fuori" del suo "dentro", imbottendo la persona di soggettiva pienezza d'anima e riducendo il mondo a un cumulo di scorie da cui sono state estratte tutte le proiezioni, tutte le personificazioni e tutta la psiche.
Perciò quanto più, in nome dell'Anima lavoriamo sulla nostra personalità e soggettività, tanto meno il nostro è un vero fare anima e tanto più e un'illusione che Anima sia in noi anziché noi in lei.
"L'uomo ....è....nella psiche (non nella sua psiche)"
"La parte maggiore dell'anima è fuori del corpo"
Jung
Poiché la nozione di Anima implica sempre l'anima mundi, l'anima del e nel mondo, nessuno sviluppo della coscienza improntata ad Anima può mai avvenire semplicemente attraverso lo sviluppo della soggettività individuale.
La "mia" Anima è un'espressione propria dell'errore personalistico.
"L'anima opera...nel corpo, ma ha La parte maggiore della sua funzione ....fuori del corpo"
Jung
L'esasperata soggettività degli eventi d'Anima "è tutto fuorché personale", perché è archetipica.
Quelle esperienze sono personali ma in senso archetipico, ci fanno sentire nel medesimo istante archetipici e personali insieme.
Quando è sotto il dominio di Anima, la nostra pienezza d'anima ci fa sentire più intensamente "me", speciali, diversi, prescelti, quello è precisamente il momento in cui "di fatti noi siamo più estraniati da noi stessi, e poi simili all'Homo sapiens tipico"
"Se parto dal presupposto che "queste non sono che fantasie" non riuscirò mai a considerare le manifestazioni della mia Anima come qualcosa di più che sciocche debolezze.
Ma se parto dal principio che il mondo è fuori e anche dentro.... devo a rigor di logica accettare i turbamenti e gli inconvenienti che mi arrivano dal di dentro come altrettanti sintomi di un difettoso adattamento alle condizioni di quel mondo interiore"
Jung
Anima rimanda a una "quintessenza di immagini fantastiche", una quintessenza del colore dell'aria il cui effetto finale nel convincere della realtà della psiche è la scoperta "che questa fantasia sta accadendo ed è non meno reale di quanto lo sia io, come entità psichica", "proprio come se io fossi una di quelle figure fantastiche".
La mia convinzione che la psiche e le sue fantasie sono altrettanto reali della materia e della natura, altrettanto reali dello spirito, dipende dalla credibilità che Anima ha saputo darsi ai miei occhi.
Tratto da "Anima" di James Hillman
Lo strumento con cui lo fa è la fantasia.
I fenomeni prendono vita e diventano portatori di anima attraverso le nostre fantasie immaginose su di essi.
Quando non abbiamo fantasie sul mondo, il mondo è oggettivo, morto....
La fantasia non è semplicemente un processo interiore che avviene nella mia testa: è un modo di essere nel mondo e di restituire al mondo l'anima.
Il tentativo di riappropriarsi dell'anima sottraendola alla vita esterna, priva il "fuori" del suo "dentro", imbottendo la persona di soggettiva pienezza d'anima e riducendo il mondo a un cumulo di scorie da cui sono state estratte tutte le proiezioni, tutte le personificazioni e tutta la psiche.
Perciò quanto più, in nome dell'Anima lavoriamo sulla nostra personalità e soggettività, tanto meno il nostro è un vero fare anima e tanto più e un'illusione che Anima sia in noi anziché noi in lei.
"L'uomo ....è....nella psiche (non nella sua psiche)"
"La parte maggiore dell'anima è fuori del corpo"
Jung
Poiché la nozione di Anima implica sempre l'anima mundi, l'anima del e nel mondo, nessuno sviluppo della coscienza improntata ad Anima può mai avvenire semplicemente attraverso lo sviluppo della soggettività individuale.
La "mia" Anima è un'espressione propria dell'errore personalistico.
"L'anima opera...nel corpo, ma ha La parte maggiore della sua funzione ....fuori del corpo"
Jung
L'esasperata soggettività degli eventi d'Anima "è tutto fuorché personale", perché è archetipica.
Quelle esperienze sono personali ma in senso archetipico, ci fanno sentire nel medesimo istante archetipici e personali insieme.
Quando è sotto il dominio di Anima, la nostra pienezza d'anima ci fa sentire più intensamente "me", speciali, diversi, prescelti, quello è precisamente il momento in cui "di fatti noi siamo più estraniati da noi stessi, e poi simili all'Homo sapiens tipico"
"Se parto dal presupposto che "queste non sono che fantasie" non riuscirò mai a considerare le manifestazioni della mia Anima come qualcosa di più che sciocche debolezze.
Ma se parto dal principio che il mondo è fuori e anche dentro.... devo a rigor di logica accettare i turbamenti e gli inconvenienti che mi arrivano dal di dentro come altrettanti sintomi di un difettoso adattamento alle condizioni di quel mondo interiore"
Jung
Anima rimanda a una "quintessenza di immagini fantastiche", una quintessenza del colore dell'aria il cui effetto finale nel convincere della realtà della psiche è la scoperta "che questa fantasia sta accadendo ed è non meno reale di quanto lo sia io, come entità psichica", "proprio come se io fossi una di quelle figure fantastiche".
La mia convinzione che la psiche e le sue fantasie sono altrettanto reali della materia e della natura, altrettanto reali dello spirito, dipende dalla credibilità che Anima ha saputo darsi ai miei occhi.
Tratto da "Anima" di James Hillman
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