giovedì 26 gennaio 2017

Le molteplici contraddizioni


- Tutti quelli che si sono ritirati nella solitudine di un eremo sono stati inventori nelle arti, nelle scienze,  nelle virtù e nei costumi, maestri, guide e pastori di popoli.
Pitagora che per 10 anni non frequentò uomini, divenne grande e veritiero contemplatore della natura delle cose.
Dopo una solitudine di 20 anni Zoroastro progredì in ogni magia e divinazione...
Dopo la solitudine dell'Oreb Mosè riuscì a superare in meraviglie i maghi del suo faraone.
Si dice che Gesù di Nazareth non abbia cominciato a dire e operare cose miracolose prima di aver sostenuto il conflitto con il diavolo nel deserto.
Paracelso, che si gloria più del titolo di eremita che di quello di dottore e maestro, fu una guida e un'autorità innovatrice..
- Le cose allontanate il più possibile da alcuni fanatici dell religione, che si sono impadroniti dello sguardo dell'intelligenza,  vengono rese chiare al senso  che non erra,  tramite quella forza d'animo che non è costretta dai confini del corpo.
- L'animo è soggetto a divini sogni, visioni e rivelazioni; per colui che ne coglie il vero significato nulla è difficile.
- Si ritiene che l'animo prevalga e domini anche sui corpi a tal punto che non senza motivo si dice che possiamo comandare  anche ai monti.
Certamente questo si verifica effettivamente e al massimo grado quando  si rileva una certa rispondenza tra il principio attivo e quello passivo.
- Vale la pena di considerare come possa accadere per un miracolo che un sordo  dalla nascita e conseguentemente muto, sia in grado di parlare correttamente per ispirazione propria, non per una esterna, infusa tramite un'arte magica.
Chiunque può compiere un atto sul modello  di cose che non ha in attitudine.
Sulla base di questo principio non assimilato abbastanza chiaramente i Platonici asseriscono che le forme delle cose sono per natura insite nell'animo.
- Da un improvviso timore che contrae o sospinge lo spirito sino alla rocca del cuore e alle altre parti interne, avviene che i malati guariscono dalla maggior parte delle malattie, così come crediamo che le malattie che sorgono per una certa causa possano venir curate dal principio contrario.
Certe cose solo al guardarle suscitano nausea, stupore, dolcezza, tremore e simili altre emozioni: se ci accorgiamo che un altro sta male, noi stessi accusiamo dolore nel medesimo punto; se vediamo spargersi il sangue altrui, ci sentiamo mancare.
- Mentre i sensi esterni riposano durante il sonno  dagli atti che loro competono, sperimentiamo che i sensi interni, come se fossero più vitali,  percepiscono più vivacemente le specie che loro competono.
E quanti meno sono i sensi in colui che per natura di dice esserne partecipe, tanto più risultano essere potenti.
L'animo più lodevole e davvero proprio dei filosofi è quello per cui Anacrasso, impassibile nel sopportare le frustate, affliggeva il tiranno Nicreonte più di quanto egli stesso fosse torturato.
Non è forse vero che un più deciso piacere, timore, speranza, fede, sdegno e disprezzo della realtà allontanano dal sentimento presente? E allora si verifica la realizzazione della perfetta filosofia, qualora qualcuno per la profondità della speculazione si separi dalle passioni del corpo tanto da non provare affatto dolore.
Colui che è giunto a un punito tale da non provare dolore c'è maggior virtù che in un altro che lo sente e resiste.
Non soffre l'angoscia della morte colui che viene più coinvolto da un altro aspetto della cosa.
Colui che ha paura di fatti corporei non è  mai stato congiunto a fatti divini; infatti chi è davvero saggio e virtuoso, dal momento che non prova dolore, è felice allo stadio massimo.
- Hai la possibilità di renderti conto in quanti modi, saggiamente, inutilmente e pericolosamente, tu possa contrarre lo spirito, richiamare le forze, rivolger l'animo alla speculazione, alla comprensione di ciò che vien speculato e alla conservazione di ciò che è stato compreso e parimenti tu possa comportarti attivamente in campi affini tramite ciò che è affine, in campi proporzionali tramite ciò che è proporzionale,  in campi diversi tramite criteri analogici e infine in campi contrari tramite ciò che è opposto.
Da ciò nasce quella considerazione che conduce all'intelligenza, al giudizio e alla moderazione  delle passioni.
Tratto da "Il sigillo dei sigilli" di Giordano Bruno

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