giovedì 13 ottobre 2016

Il simbolismo del Graal


Nelle leggende di origine celtica la "cerca del Graal" è presentata come la funzione principale dei Cavalieri della Tavola Rotonda; così si fa allusione, in tutte le tradizioni, a qualcosa che, a partire da una certa epoca, sarebbe andato perduto o nascosto: il Soma degli Indù o la "Haoma"  dei Persiani, la 'bevanda d'immortalità' che ha appunto un rapporto molto diretto col Graal poiché questo, si dice, è il vaso sacro che contiene il sangue di Cristo anch'esso bevanda d'immortalità.
Il Santo Graal si dice sia la coppa che servì alla Cena e nella quale Giuseppe di Arimatea raccolse poi il  sangue e l'acqua che sgorgavano dalla ferita aperta nel fianco di Cristo.
Nel trasporto della coppa in Gran Bretagna si vede un legame tra la tradizione celtica e il Cristianesimo.
La coppa ha un ruolo molto importante nella maggior parte delle tradizioni antiche.
La coppa sarebbe stata intagliata dagli Angeli in uno smeraldo staccatosi dalla fronte di Lucifero al momento della sua caduta. Tale smeraldo ricorda la perla frontale nel simbolismo indù  (dal quale è passata nel Buddismo) che occupa il terzo occhio di Shiva, rappresentando il senso dell'eternità.
Si dice che il Graal fu affidato ad Adamo nel Paradiso terrestre ma che al momento della sua caduta lo perse.
Di fatto l'uomo, allontanato dal suo centro originario, si trova rinchiuso, a partire da quel momento nella sfera temporale.
Il Paradiso terrestre rappresenta propriamente il Centro del Mondo.
Il possesso del Graal rappresenta la conservazione della tradizione primordiale nella sua integrità.
La leggenda non dice né dove né da chi il Graal fu custodito fino all'epoca di Cristo ma l'origine celtica che gli si riconosce lascia intendere senza dubbio che i Druidi vi ebbero una parte importante e che debbono essere considerati fra i custodi regolari della tradizione primordiale.
La sua perdita significa la perdita della tradizione con tutto ciò che essa comporta: ma a dire il vero tale tradizione è piuttosto nascosta che perduta o almeno può essere perduta solo per quei centri secondari che abbiano cessato di essere in relazione diretta col centro supremo.
Come il Paradiso terrestre che è divenuto inaccessibile così il centro supremo che sono in fondo la stessa cosa, possono nel corso di un certo periodo non essere manifestati; si può dire allora che la tradizione è perduta per l'insieme dell'umanità perché è conservata solo in alcuni centri rigorosamente chiusi e la massa non vi partecipa al contrario di quanto accadeva  allo stato originario.
Tratto da " Il Re del Mondo" di Réne Guénon

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