mercoledì 2 marzo 2016

Lo zero è un numero nullo?

L'Infinito nel suo vero significato non può avere né opposto né complementare, e non può  entrare in correlazione con alcunché -non con lo zero, in qualsiasi modo lo s'intenda, che con l'unità o con un numero qualunque, né d'altronde con una cosa particolare, a qualsiasi ordine appartenga, quantitativo o meno; essendo Tutto universale e assoluto, contiene tanto il Non-Essere quanto l'Essere, sicché lo stesso zero, qualora non sia inteso come un puro nulla, deve essere necessariamente considerato come compreso nell'Infinito. 
Un significato dello zero è il Non-Essere che tra l'altro è  il più importante dal punto di vista del suo simbolismo metafisico; è necessario, per evitare ogni confusione tra il simbolo e ciò che rappresenta, precisare che lo Zero metafisico - ossia il Non-Essere - non è  lo zero di quantità, così come l'Unità metafisica - ossia l'Essere - non è l'unità aritmetica; ciò che è  così designato con questi termini può esserlo soltanto per trasposizione analogica, poiché, quando ci si pone nell'Universale, si è  evidentemente al di là di ogni ambito particolare come quello della quantità.
Lo zero non può essere assunto come simbolo Non-Essere, in quanto rappresenta, secondo la sua accezione matematica più  rigorosa, l'assenza di quantità, che infatti simboleggia nel suo ordine la possibilità di non-manifestazione  - nello stesso modo in cui l'unità simboleggia la possibilità di manifestazione, essendo il punto di partenza della molteplicità indefinita dei numeri, così come l'Essere è  il principio di tutta la manifestazione.
In qualunque maniera si consideri lo zero, non lo si può in ogni caso prendere per un puro nulla, il quale non corrisponde metafisicamente che all'impossibilità e d'altronde non può logicamente essere rappresentato da alcunché.
Un esempio è  quello del punto che essendo indivisibile, è  perciò stesso inesteso, ossia spazialmente nullo, ma è  nondimeno il principio stesso di tutta l'estensione.
È del resto veramente strano che i matematici abbiano in genere l'abitudine di considerare lo zero un puro nulla, e tuttavia sia loro impossibile non ritenerlo al contempo dotato di una potenza indefinita, poiché, posto a destra di una cifra detta "significativa", contribuisce a formare la rappresentazione di un numero che, con la ripetizione dello zero, può crescere indefinitamente, come accade ad esempio nel caso del numero dieci e delle sue potenze successive.
Se lo zero fosse realmente un puro nulla, questo non potrebbe accadere e anzi, a dire il vero, esso non sarebbe allora che un segno inutile, del tutto privo di ogni valore effettivo.
Tratto da "I principi del calcolo infinitesimale" di René Guénon

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