Un abisso oscuro o un buco nel terreno, per esempio, venivano considerati dalle tribù primitive come l'ingresso al mondo dell'aldilà, dove comunicare con gli dèi degli inferi.
È il luogo in cui scompaiono i morti o da dove si elevano le anime dei bambini, e così via.
Altri luoghi invece, specialmente le vette delle montagne, sono quelli dove avviene la comunicazione privilegiata con gli dèi celesti.
Si pensi per esempio a Mosè e al Sinai. In cima alla montagna si è più vicini, per così dire, agli dèi celesti.
In Grecia tutti gli dèi e le dee vivevano sulle alte montagne. Nei paesi pianeggianti essi, in assenza di monti, vivono in altri luoghi particolari.
Noi proiettiamo l'anima su un paesaggio.
Nel mondo esiste una completa geografia dell'anima.
Ciascuna nazione, ciascuna civiltà possiede una geografia di questo tipo.
Ciascuno ha un posto nel quale comunicare con gli dèi superiori e uno nel quale comunicare con gli dèi inferiori; un luogo popolato dagli spiriti del bene e uno dagli spiriti del male.
È come se la psiche inconscia dell'uomo originario si diffondesse per l'intero paesaggio.
Vi sono poi luoghi che addirittura ci fanno rabbrividire.
I romani credevano anch'essi che ogni luogo fosse dotato di uno spirito, chiamato genius loci.
Ancora oggi attraversando un paesaggio in uno stato d'animo aperto e disponibile, si noterà che vi sono luoghi in cui ci si sente bene, in cui ci si vorrebbe fermare; mentre in altri si prova disagio e si desidera andarsene al più presto.
Anche gli animali domestici hanno posti dove preferiscono accucciarsi e altri in cui non vanno anche se noi possiamo pensare che sianopiù adatti a loro.
Gli animali si sentono psicologicamente a loro agio in certi posti e in altri no... Non vi è un motivo razionale. Ciascuno di noi ha il suo angolo preferito, un luogo sacro in cui, da un punto di vista psicologico, l'anima può aprirsi all'influenza divina.
Ciascuna nazione, ciascuna civiltà possiede una geografia di questo tipo.
Ciascuno ha un posto nel quale comunicare con gli dèi superiori e uno nel quale comunicare con gli dèi inferiori; un luogo popolato dagli spiriti del bene e uno dagli spiriti del male.
È come se la psiche inconscia dell'uomo originario si diffondesse per l'intero paesaggio.
Vi sono poi luoghi che addirittura ci fanno rabbrividire.
I romani credevano anch'essi che ogni luogo fosse dotato di uno spirito, chiamato genius loci.
Ancora oggi attraversando un paesaggio in uno stato d'animo aperto e disponibile, si noterà che vi sono luoghi in cui ci si sente bene, in cui ci si vorrebbe fermare; mentre in altri si prova disagio e si desidera andarsene al più presto.
Anche gli animali domestici hanno posti dove preferiscono accucciarsi e altri in cui non vanno anche se noi possiamo pensare che sianopiù adatti a loro.
Gli animali si sentono psicologicamente a loro agio in certi posti e in altri no... Non vi è un motivo razionale. Ciascuno di noi ha il suo angolo preferito, un luogo sacro in cui, da un punto di vista psicologico, l'anima può aprirsi all'influenza divina.
Vedi anche:
Nessun commento:
Posta un commento