Nella sfera psicologica "materia" e "psiche" sono termini che caratterizzano entrambi contenuti coscienti.
Sia che diciamo che qualcosa rappresenta contenuti spirituali o psicologici della psiche, che non hanno realtà materiale, sia che diciamo che qualcosa ha realtà materiale, si tratta comunque di cose che possono essere percepite solo attraverso la psiche. Perciò caratterizziamo un certo numero di cose come materialmente reali, altre come dotate di una realtà spirituale, interiore o psicologica.
Dobbiamo dire che l'unica verità immediata che possiamo percepire è la realtà psichica; non possiamo spingerci al di là dei contenuti della coscienza. Ma tendiamo a caratterizzare alcuni dei suoi contenuti come materialmente reali, e altri come psichicamente o spiritualmente reali.
La realtà nei suoi aspetti è in ultima analisi trascendentale, nella terminologia junghiana trascendentale significa semplicemente "che trascende la coscienza, che trascende la possibilità della nostra percezione cosciente": questi aspetti della realtà sono entrambi irrappresentabili, unanschaulich, termine preso in prestito dalla fisica moderna.
La quarta dimensione, per esempio, è irrappresentabile: non possiamo farcene alcuna immagine interiore, alcune rappresentazione immaginativa.
La sua realtà può essere dedotta matematicamente, attraverso una serie di conclusioni logiche, ma non possiamo assolutamente rappresentarla.
Ciò vale anche per gli archetipi, che sono ugualmente unanschaulich.
Non abbiamo alcuna idea di quel che sono. Quel che possiamo osservare sono le immagini archetipiche, dalla qual cosa possiamo dedurre che devono esistere gli archetipi che non siamo però in grado di immaginare.
La psiche inconscia è unanschaulich e le immagini psichiche sono l'unica realtà che ci sia data, l'unica che possiamo osservare in modo immediato.
Anche Pauli non contraddice questo concetto di Jung, egli afferma che il termine "materiale" è soltanto una caratteristica dei fatti a livello soggettivo: noi caratterizziamo alcune cose come materiali senza poterne provare l'esistenza in modo immediato.
Da questo punto di vista la totalità preconscia conscio-inconscio riguarderebbe la realtà nella sua interezza; non solo la realtà psichica, dunque, ma anche la realtà fisica.
Il fatto che non possiamo sfuggire alle strutture fondamentali di questa totalità preconscia-conscia può essere illustrato attraverso una delle teorie più recenti sull'origine del cosmo, nella quale riappare il motivo dei gemelli come creatori.
Nella fisica moderna esiste una cosmogonia elaborata da Jordan e Dirac, basata sull'idea che il cosmo intero abbia avuto origine da particelle gemelle, da due elettroni gemelli.
In origine non vi era né tempo né spazio; il continuum spazio-tempo prese a esistere soltanto con l'apparizione di un contenuto.
La microfisica ha dimostrato che non esiste un solo tipo di particella che non abbia la sua antiparticella.
La dualità di tutti i contenuti, quella di conscio-inconscio come l'esistenza di particelle e antiparticelle, mostra un parallelismo sorprendente.
Perciò non ci si deve stupire se il motivo della dualità appare ogniqualvolta l'uomo cerca di descrivere i processi di base attraverso i quali cominciò ad esistere la coscienza reale.
Sia che diciamo che qualcosa rappresenta contenuti spirituali o psicologici della psiche, che non hanno realtà materiale, sia che diciamo che qualcosa ha realtà materiale, si tratta comunque di cose che possono essere percepite solo attraverso la psiche. Perciò caratterizziamo un certo numero di cose come materialmente reali, altre come dotate di una realtà spirituale, interiore o psicologica.
Dobbiamo dire che l'unica verità immediata che possiamo percepire è la realtà psichica; non possiamo spingerci al di là dei contenuti della coscienza. Ma tendiamo a caratterizzare alcuni dei suoi contenuti come materialmente reali, e altri come psichicamente o spiritualmente reali.
La realtà nei suoi aspetti è in ultima analisi trascendentale, nella terminologia junghiana trascendentale significa semplicemente "che trascende la coscienza, che trascende la possibilità della nostra percezione cosciente": questi aspetti della realtà sono entrambi irrappresentabili, unanschaulich, termine preso in prestito dalla fisica moderna.
La quarta dimensione, per esempio, è irrappresentabile: non possiamo farcene alcuna immagine interiore, alcune rappresentazione immaginativa.
La sua realtà può essere dedotta matematicamente, attraverso una serie di conclusioni logiche, ma non possiamo assolutamente rappresentarla.
Ciò vale anche per gli archetipi, che sono ugualmente unanschaulich.
Non abbiamo alcuna idea di quel che sono. Quel che possiamo osservare sono le immagini archetipiche, dalla qual cosa possiamo dedurre che devono esistere gli archetipi che non siamo però in grado di immaginare.
La psiche inconscia è unanschaulich e le immagini psichiche sono l'unica realtà che ci sia data, l'unica che possiamo osservare in modo immediato.
Anche Pauli non contraddice questo concetto di Jung, egli afferma che il termine "materiale" è soltanto una caratteristica dei fatti a livello soggettivo: noi caratterizziamo alcune cose come materiali senza poterne provare l'esistenza in modo immediato.
Da questo punto di vista la totalità preconscia conscio-inconscio riguarderebbe la realtà nella sua interezza; non solo la realtà psichica, dunque, ma anche la realtà fisica.
Il fatto che non possiamo sfuggire alle strutture fondamentali di questa totalità preconscia-conscia può essere illustrato attraverso una delle teorie più recenti sull'origine del cosmo, nella quale riappare il motivo dei gemelli come creatori.
Nella fisica moderna esiste una cosmogonia elaborata da Jordan e Dirac, basata sull'idea che il cosmo intero abbia avuto origine da particelle gemelle, da due elettroni gemelli.
In origine non vi era né tempo né spazio; il continuum spazio-tempo prese a esistere soltanto con l'apparizione di un contenuto.
La microfisica ha dimostrato che non esiste un solo tipo di particella che non abbia la sua antiparticella.
La dualità di tutti i contenuti, quella di conscio-inconscio come l'esistenza di particelle e antiparticelle, mostra un parallelismo sorprendente.
Perciò non ci si deve stupire se il motivo della dualità appare ogniqualvolta l'uomo cerca di descrivere i processi di base attraverso i quali cominciò ad esistere la coscienza reale.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz
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