Sia nel buddismo che nel brahmanesimo, la 'Via del Pellegrino' viene rappresentata come un 'viaggio' che può essere messa in rapporto con il fiume simbolico della vita e della morte in tre modi:
Risalendo la corrente verso la sorgente delle acque, attraversando il fiume verso l'altra riva, discendendo la corrente verso il mare.
Il medesimo significato si accorda con la natura stessa della metafisica, che non è mai sistematica, pur essendo sempre perfettamente coerente.
Nella 'salita della corrente' bisogna concepire il fiume come identificazione con l'Asse del Mondo: ed è il 'fiume celeste' che scende verso la terra, e che nella tradizione indù è designato con nomi come quelli di Gangâ e di Saraswatî.
Nella Cabala ebraica questo 'fiume della vita' trova la sua corrispondenza nei canali dell'albero sefirotico, per mezzo dei quali le influenze del 'mondo di su' vengono trasmesse al 'mondo di giù'.
Si parla anche di acque che «scorrono verso l'alto», espressione del ritorno verso la sorgente celeste, si tratta di un 'capovolgimento'.
Si noti la somiglianza e la differenza con i quattro fiumi del Paradiso terrestre: essi scorrono orizzontalmente sulla superficie della terra e non verticalmente secondo la direzione assiale; ma essi hanno la loro sorgente nell'Albero della Vita che è anche l'Asse del Mondo e così anche l'Albero sefirotico della Cabala.
Le influenze celesti scendono attraverso l'Albero della Vita e arrivano così al centro del Mondo terrestre, si diffondono poi in esso secondo questi quattro fiumi, oppure, sostituendo l'Albero della Vita con il 'fiume celeste' si può dire che questo, arrivando a terra, si divide è scorre secondo le quattro dimensioni dello spazio.
Risalendo la corrente verso la sorgente delle acque, attraversando il fiume verso l'altra riva, discendendo la corrente verso il mare.
Il medesimo significato si accorda con la natura stessa della metafisica, che non è mai sistematica, pur essendo sempre perfettamente coerente.
Nella 'salita della corrente' bisogna concepire il fiume come identificazione con l'Asse del Mondo: ed è il 'fiume celeste' che scende verso la terra, e che nella tradizione indù è designato con nomi come quelli di Gangâ e di Saraswatî.
Nella Cabala ebraica questo 'fiume della vita' trova la sua corrispondenza nei canali dell'albero sefirotico, per mezzo dei quali le influenze del 'mondo di su' vengono trasmesse al 'mondo di giù'.
Si parla anche di acque che «scorrono verso l'alto», espressione del ritorno verso la sorgente celeste, si tratta di un 'capovolgimento'.
Si noti la somiglianza e la differenza con i quattro fiumi del Paradiso terrestre: essi scorrono orizzontalmente sulla superficie della terra e non verticalmente secondo la direzione assiale; ma essi hanno la loro sorgente nell'Albero della Vita che è anche l'Asse del Mondo e così anche l'Albero sefirotico della Cabala.
Le influenze celesti scendono attraverso l'Albero della Vita e arrivano così al centro del Mondo terrestre, si diffondono poi in esso secondo questi quattro fiumi, oppure, sostituendo l'Albero della Vita con il 'fiume celeste' si può dire che questo, arrivando a terra, si divide è scorre secondo le quattro dimensioni dello spazio.
Il secondo caso è il simbolismo della traversata da una riva all'altra ed è il più noto e comune: il passaggio dal ponte si ha in quasi tutte le tradizioni e in special modo in alcuni rituali iniziatici.
La traversata può effettuarsi su una zattera o barca il che si ricollega al simbolo universale della navigazione.
Il fiume che si deve attraversare è il fiume della morte, la riva da cui si parte è il mondo soggetto al cambiamento, cioè l'ambito dell'esistenza manifestata e l'altra riva è il Nirvâna, lo stato dell'essere definitivamente liberato dalla morte.
(Si veda il Sutra del Cuore nda)
La traversata può effettuarsi su una zattera o barca il che si ricollega al simbolo universale della navigazione.
Il fiume che si deve attraversare è il fiume della morte, la riva da cui si parte è il mondo soggetto al cambiamento, cioè l'ambito dell'esistenza manifestata e l'altra riva è il Nirvâna, lo stato dell'essere definitivamente liberato dalla morte.
(Si veda il Sutra del Cuore nda)
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