venerdì 8 maggio 2015

Due generi di ternari

Uno dei due generi di ternario è costituito da un pricipio primo dal quale derivano due termini opposti o meglio complementari; un ternario siffatto potrà essere rappresentato da un triagolo con il vertice in alto.
L'altro genere è quello in cui il ternario è costituito da due termini complementari e dal loro prodotto o dalla loro risultante: a tale genere corrisponde la triade estremo-orientale; in modo inverso al precedente, questo ternario viene rappresentato da un triangolo la cui base è posta in alto.

Nel primo caso il ternario è completato dal loro principio e nel secondo dalla loro risultante.
In una qualsiasi dottrina può esservi "dualismo" solo se due termini  opposti o complementari fossero posti come due termini ultimi e irriducibili, senza alcuna derivazione da un principio comune.
Una dottrina siffatta si potrebbe trovare solo in ternari del secondo genere, e quindi riferita solo all'ambito della manifestazione, ne deriva chiaramente che ogni "dualismo" è necessariamente al tempo stesso un "naturalismo".
Il fatto di riconoscere una dualità e di situarla al posto che realmente le compete, non costituisce in alcun modo un dualismo, dato che i due termini di questa dualità procedono da un unico principio, appartenente a un ordine superiore di realtà: la prima di tutte le dualità  è quella dell'Essenza e della Sostanza universale, generate da una polarizzazione dell'Essere o dell'Unità principiale e fra le quali si produce ogni manifestazione.

Al di sopra di ogni altro principio vi è ancora il Tao che nel suo significato più universale, è insieme Non Essere e Essere, ma che peraltro non è realmente diverso dal Non Essere in quanto contiene anche l'Essere il quale a sua volta è principio primo di ogni manifestazione e si polarizza in Essenza e Sostanza (o Cielo e Terra) per produrre effettivamente tale manifestazione.
I due ternari possono essere considerati come aventi la stessa base e, se li rappresentiamo uniti da questa base comune, vediamo che l'insieme dei due ternari costituisce un quaternario, la cui base rappresenta il piano di riflessione, e ciò non è altro che il piano intermedio su cui si situano i due complementari che vengono generati dal primo termine e producono l'ultimo.
L'Essenza e la Sostanza universale sono rispettivamente il polo superiore e il polo inferiore della manifestazione e possiamo dire che l'una si trovi propriamente al di sopra e l'altra al di sotto di ogni esistenza; quando esse vengono designate come Cielo e Terra, ciò si traduce in modo esattissimo anche nelle apparenze sensibili che servono loro da simboli.
La manifestazione dunque si situa interamente fra questi due poli; e lo stesso vale naturalmente anche per l'Uomo che ne costituisce simbolicamente il centro stesso.
L'Uomo posto com'è tra il Cielo e la Terra, dev'essere considerato prima di tutto come il prodotto o la risultante dei loro reciproci influssi, costituisce per così dire il "ponte" gettato tra loro.
Nell'ordine "Cielo, Terra, Uomo", l'Uomo vi appare come il Figlio del Cielo e della Terra; invece nell'ordine " Cielo, Uomo, Terra" egli vi appare come il Mediatore tra il Cielo e la Terra.
Tratto da "La Grande Triade" di R.Guènon

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