"Il Cielo copre, la Terra sostiene": è la formula tradizionale che determina, con estrema concisione, i ruoli di questi due principi complementari e definisce simbolicamente le loro posizioni, rispettivamente superiore e inferiore, rispetto ai "diecimila esseri" (numero assunto a rappresentazione simbolica dell'infinito), cioè tutto l'insieme della manifestazione universale.
Sono così indicati, da un lato, il carattere "non agente" dell'attività del Cielo o di Purusha, e, dall'altro, la passività della Terra o di Prakriti, che propriamente è un "terreno" o un supporto di "manifestazione" .
Nell'Universale e visti dall'alto del loro principio comune, il Cielo e la Terra si assimilano rispettivamente alla "perfezione attiva" (Khien) e alla "perfezione passiva" (Khouen), nessuna delle quali peraltro è la Perfezione in senso assoluto perché già in questo vi è un distinzione che necessariamente implica una limitazione; visti dal lato della manifestazione, sono soltanto l'Essenza e la Sostanza che, in quanto tali, si situano a un grado minore di università appunto perché appaiono così solo rispetto alla manifestazione.
Il Cielo e la Terra sono sempre rispettivamente un principio attivo e uno passivo, o secondo uno tra i simbolismi più frequentemente usati, un principio maschile e un principio femminile, e tale appunto è il modello del complementarismo per eccellenza.
È noto che, in un complementarismo i cui termini siano considerati come attivo e passivo l'uno rispetto all'altro, il termine attivo è in genere simboleggiato da una linea verticale e il termine passivo da una linea orizzontale; anche il Cielo e la Terra sono talora rappresentati conformemente a questo simbolismo.
Le due linee potranno essere considerate come l'altezza e la base di un triangolo i cui lati obligui partono dal culmine del cielo e determinano la misura della superficie della Terra, ossia il terreno di base alla manifestazione.
La rappresentazione geometrica che si incontra con maggiore frequenza nella tradizione estremo-orientale è quella che associa alla Terra le forme quadrate e al Cielo le forme circolari:
La Terra viene rappresentata dalla forma più definita, il cubo e il Cielo da quella meno specificata, la sfera; e potremmo dire che la sfera ha un carattere eminentemente dinamico mentre il cubo eminentemente statico corrispondendo ancora una volta ai principi attivo e passivo.(Dalla sfera al cubo)
Secondo le apparenze sensibili, il Cielo e la Terra si congiungono proprio alla loro periferia e ai loro più remoti confini, vale a dire all'orizzonte; ma bisogna notare che la realtà simboleggiata da queste apparenze dev'essere presa in senso inverso perché secondo questa realtà, essi si uniscono invece per il centro, oppure se li consideriamo nello stato di relativa separazione necessaria affinché il Cosmo possa svilupparsi in mezzo a loro, essi comunicano attraverso l'asse che passa per il centro e che appunto li separa e li unisce nello stesso momento.
Tratto da "La Grande Triade" di R.Guènon
Sono così indicati, da un lato, il carattere "non agente" dell'attività del Cielo o di Purusha, e, dall'altro, la passività della Terra o di Prakriti, che propriamente è un "terreno" o un supporto di "manifestazione" .
Nell'Universale e visti dall'alto del loro principio comune, il Cielo e la Terra si assimilano rispettivamente alla "perfezione attiva" (Khien) e alla "perfezione passiva" (Khouen), nessuna delle quali peraltro è la Perfezione in senso assoluto perché già in questo vi è un distinzione che necessariamente implica una limitazione; visti dal lato della manifestazione, sono soltanto l'Essenza e la Sostanza che, in quanto tali, si situano a un grado minore di università appunto perché appaiono così solo rispetto alla manifestazione.
Il Cielo e la Terra sono sempre rispettivamente un principio attivo e uno passivo, o secondo uno tra i simbolismi più frequentemente usati, un principio maschile e un principio femminile, e tale appunto è il modello del complementarismo per eccellenza.
È noto che, in un complementarismo i cui termini siano considerati come attivo e passivo l'uno rispetto all'altro, il termine attivo è in genere simboleggiato da una linea verticale e il termine passivo da una linea orizzontale; anche il Cielo e la Terra sono talora rappresentati conformemente a questo simbolismo.
Le due linee potranno essere considerate come l'altezza e la base di un triangolo i cui lati obligui partono dal culmine del cielo e determinano la misura della superficie della Terra, ossia il terreno di base alla manifestazione.
La rappresentazione geometrica che si incontra con maggiore frequenza nella tradizione estremo-orientale è quella che associa alla Terra le forme quadrate e al Cielo le forme circolari:
La Terra viene rappresentata dalla forma più definita, il cubo e il Cielo da quella meno specificata, la sfera; e potremmo dire che la sfera ha un carattere eminentemente dinamico mentre il cubo eminentemente statico corrispondendo ancora una volta ai principi attivo e passivo.(Dalla sfera al cubo)
Secondo le apparenze sensibili, il Cielo e la Terra si congiungono proprio alla loro periferia e ai loro più remoti confini, vale a dire all'orizzonte; ma bisogna notare che la realtà simboleggiata da queste apparenze dev'essere presa in senso inverso perché secondo questa realtà, essi si uniscono invece per il centro, oppure se li consideriamo nello stato di relativa separazione necessaria affinché il Cosmo possa svilupparsi in mezzo a loro, essi comunicano attraverso l'asse che passa per il centro e che appunto li separa e li unisce nello stesso momento.
Tratto da "La Grande Triade" di R.Guènon
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