mercoledì 3 febbraio 2016

I genitori cosmici


I genitori cosmici, mitici, vengono confusi con le madri e i padri personali.
Le forze dislocate dalla coppia mitica che regge il mondo, come Zeus ed Era, diventano "Il romanzo familiare", come Freud ha chiamato questa fantasia.
I legami con i genitori ci fanno e ci disfano.
Inoltre crediamo di appartenere soltanto a questa nostra storia personale con l'influenza personale che su di essa esercitano i nostri genitori, invece che agli invisibili miti che i genitori hanno spodestato.
Essere plasmati in maniera così  fatale dall'universo dei genitori significa aver perduto i genitori universali e anche l'universo come nostro genitore.
Perché anche l'universo ci plasma, ci nutre, ci insegna.
Tutte le cose intorno a noi ci fanno da genitori, se essere genitori significa sorvegliare, istruire, incoraggiare, ammonire.
Più restiamo aggrappati all'importanza esclusiva dei genitori e più li investiamo di un potere cosmico, meno riusciamo a vedere le cure paterne e materne offerte quotidianamente dal mondo nelle piccole cose che ci mette davanti.
Il mondo non è fatto tanto di nomi, quanto di verbi.
Non consiste solamente di oggetti e di cose; è pieno di occasioni utili, ludiche, avventurose.
L'oriolo non vede un ramo, vede un'occasione per appollaiarsi; il gatto non vede l'oggetto da noi definito una scatola vuota, bensì un buon nascondiglio per vedere non visto.... il mondo è  tutto un ronzare,  uno sbocciare di informazioni, accessibili a tutti, mai negate.
I bambini in particolare, riconoscono questa disponibilità della natura a nutrire e istruire.
L'immaginazione infantile dipende completamente da questo intimo contatto con l'ambiente.
L'immaginazione non cresce da sola dentro le pareti domestiche e neppure si nutre soltanto delle fiabe raccontate dalla mamma e dal papà.
I bambini sono "per natura" a casa propria nel mondo; il mondo li invita a discendere, cioè a crescere e a partecipare.
Quanto più sono convinto che la mia natura mi venga da mio padre e mia madre, tanto meno sarò aperto alle influenze dominanti che ho intorno; tanto meno sentirò come intimamente importante per la mia storia il mondo che mi circonda.
Tratto da "Il codice dell'anima" di James Hillman

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