I testi alchemici sono scritti ,si può dire, esclusivamente da uomini, e le loro asserzione sulla luna sono scaturite dalla psicologia maschile.
Ciò nondimeno, come si è già accennato, le donne svolgono un certo ruolo nell'alchimia, il che fa pensare che la simbolizzazione abbia potuto subire, occasionalmente, un influsso femminile.
In generale tanto la vicinanza della donna tanto la sua assenza hanno sull'inconscio dell'uomo uno specifico effetto costellante.
Ciò che è eccessivo o viceversa troppo scarso viene compensato dall'incoscio.
Là dove la donna è lontana o irraggiungibile l'inconscio crea una certa femminilità nell'uomo che s'insinua ovunque e in tutte le forme immaginabili, dando luogo anche a numerosi conflitti.
Quanto più unilaterale è l'atteggiamento cosciente spirituale-maschile tanto più bassa, banale, volgare e biologica sarà la femminilità compensatoria dell'inconscio.
Questa manifestazione oscura del femminile non verrà forse percepita in maniera cosciente.
Un atteggiamento deliberatamente biologico o grossolano verso il femminile determina una sopravvalutazione della femminilità nell'inconscio, dove essa ama assumere la forma della Sophia (Sapientia) o della Madre di Dio.
Spesso capita però che essa venga deformata da tutte le possibili invenzioni della misoginia, con cui la coscienza maschile si mette a riparo da ogni influenza femminile.
L'uomo si abbandona allora a cambiamenti imprevedibili d'umore e a irragionevoli risentimenti.
Là dove l'uomo è coinvolto sul piano emotivo le asserzioni maschili sulla psicologia femminile soffrono principalmente del fatto che esse implicano sempre la massima proiezione di femminilità inconscia.
Nelle descrizioni metaforiche degli alchimisti, Luna è anzitutto un'immagine riflessa della femminilità inconscia dell'uomo; essa però è anche il principio della psiche femminile, nel senso stesso in cui il Sole lo è di quella maschile.
Ciò nondimeno, come si è già accennato, le donne svolgono un certo ruolo nell'alchimia, il che fa pensare che la simbolizzazione abbia potuto subire, occasionalmente, un influsso femminile.
In generale tanto la vicinanza della donna tanto la sua assenza hanno sull'inconscio dell'uomo uno specifico effetto costellante.
Ciò che è eccessivo o viceversa troppo scarso viene compensato dall'incoscio.
Là dove la donna è lontana o irraggiungibile l'inconscio crea una certa femminilità nell'uomo che s'insinua ovunque e in tutte le forme immaginabili, dando luogo anche a numerosi conflitti.
Quanto più unilaterale è l'atteggiamento cosciente spirituale-maschile tanto più bassa, banale, volgare e biologica sarà la femminilità compensatoria dell'inconscio.
Questa manifestazione oscura del femminile non verrà forse percepita in maniera cosciente.
Un atteggiamento deliberatamente biologico o grossolano verso il femminile determina una sopravvalutazione della femminilità nell'inconscio, dove essa ama assumere la forma della Sophia (Sapientia) o della Madre di Dio.
Spesso capita però che essa venga deformata da tutte le possibili invenzioni della misoginia, con cui la coscienza maschile si mette a riparo da ogni influenza femminile.
L'uomo si abbandona allora a cambiamenti imprevedibili d'umore e a irragionevoli risentimenti.
Là dove l'uomo è coinvolto sul piano emotivo le asserzioni maschili sulla psicologia femminile soffrono principalmente del fatto che esse implicano sempre la massima proiezione di femminilità inconscia.
Nelle descrizioni metaforiche degli alchimisti, Luna è anzitutto un'immagine riflessa della femminilità inconscia dell'uomo; essa però è anche il principio della psiche femminile, nel senso stesso in cui il Sole lo è di quella maschile.
Se dunque Luna caratterizza la psiche femminile, così Sol caratterizza quella maschile la coscienza sarebbe esclusivamente una cosa di uomini, il che evidentemente non è possibile, perché anche la donna è dotata di coscienza.
Si potrebbe essere costretti a concludere che la donna essendo equiparata a Luna non possa avere coscienza.
L'errore di questa formulazione risiede anzitutto nell'aver equiparato in assoluto la luna all'inconscio, mentre ciò vale principalmente per l'inconscio dell'uomo; e in secondo luogo abbiamo trascurato completamente il fatto che la luna non è solo oscura, ma anche dispensatrice di luce, in altre parole, che essa può anche rappresentare una coscienza.
Si potrebbe essere costretti a concludere che la donna essendo equiparata a Luna non possa avere coscienza.
L'errore di questa formulazione risiede anzitutto nell'aver equiparato in assoluto la luna all'inconscio, mentre ciò vale principalmente per l'inconscio dell'uomo; e in secondo luogo abbiamo trascurato completamente il fatto che la luna non è solo oscura, ma anche dispensatrice di luce, in altre parole, che essa può anche rappresentare una coscienza.
E questo capita nella donna, la coscienza femminile ha un carattere più lunare che solare.
La sua "luce" é il più tenue lucore lunare, che tende piuttosto a collegare che non a discriminare. A differenza di quello che accade nella cruda e abbagliante luce del giorno, gli oggetti del mondo, che non vanno confusi gli uni con gli altri, non appaiono nella loro implacabile disparità e separatezza: essa collega invece, nel suo chiarore illusorio, il vicino e lontano, trasforma magicamente il piccolo in grande e l'alto in basso, dissolve i colori in un crepuscolo azzurrognolo e conferisce al paesaggio notturno un'inattesa unità.
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C.G.Jung
La sua "luce" é il più tenue lucore lunare, che tende piuttosto a collegare che non a discriminare. A differenza di quello che accade nella cruda e abbagliante luce del giorno, gli oggetti del mondo, che non vanno confusi gli uni con gli altri, non appaiono nella loro implacabile disparità e separatezza: essa collega invece, nel suo chiarore illusorio, il vicino e lontano, trasforma magicamente il piccolo in grande e l'alto in basso, dissolve i colori in un crepuscolo azzurrognolo e conferisce al paesaggio notturno un'inattesa unità.
Tratto da "Mysterium Coniunctionis" di C.G.Jung
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